SORPASSO CINA-USA, I TRANELLI DEL PIL CINESE

di Eugenio Buzzetti

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Pechino, 16 dic. - Il 2014 sarà ricordato anche come l'anno del sorpasso cinese sugli Stati Uniti. Le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale davano a ottobre scorso come certo il superamento del prodotto interno lordo cinese a parità di potere d'acquisto su quello degli Stati Uniti entro la fine dell'anno, anticipando di cinque anni le precedenti stime, che davano il sorpasso al 2019. A dividere Pechino e Washington sono duecento miliardi di dollari: l'economia cinese vale 17600 miliardi di dollari, pari al 16,48% dell'economia globale, contro i 17400 miliardi dell'economia a stelle e strisce, il 16,28% dell'economia globale, secondo il rapporto dell'istituto diretto da Christine Lagarde. Dopo 142 anni di primato - ovvero dal 1872, quando l'economia statunitense ha superato quella britannica - gli Stati Uniti si vedrebbero da quest'anno detronizzati dalla Cina.
 
Ancora più accentuato il superamento per il prossimo anno, a quasi mille miliardi di dollari di differenza: nonostante il rallentamento dell'economia cinese, data al 7,1% nel 2015, secondo le ultime stime, il prossimo anno, il pil di Pechino sarà di 19230 miliardi di dollari, contro i 18280 miliardi di quello degli Usa, che cresceranno del 3,1%, contro una previsione di crescita del 2,2% per il 2014. La Cina sarebbe ancora dietro agli Stati Uniti per quanto riguarda, invece, il pil reale, a 10300 miliardi di dollari, contro i 16800 miliardi di dollari di quello statunitense, saldamente al comando. Il potere d'acquisto pro-capite della Cina resta ancora molto al di sotto di quello degli Usa, a poco meno di dodicimila dollari, contro i 53mila dell'altra sponda del Pacifico.
 
L'affidabilità del calcolo del pil è periodicamente sottoposta a scrutinio da parte della comunità internazionale, e delle stessse autorità cinesi. Il 2013 è stato uno degli anni scelti per il censimento economico del Paese, assieme al 2004 e al 2008, con un aggiornamento del sistema di calcolo del prodotto interno lordo, i cui numeri reali, ha dichiarato oggi il direttore dell'Ufficio Nazionale di Statistica, Ma Jiantang, saranno svelati il prossimo 19 dicembre. Allo stato attuale, ha spiegato Ma, la Cina rivedrà al rialzo i numeri della propria economia per il 2013 di circa il 3%, contro una revisione al rialzo del pil nel 2008 del 4,4% e una di ben il 16,8% nel 2004.
 
Nel settembre dello scorso anno, l'Ufficio Nazionale di Statistica aveva rivisto al ribasso dello 0,1% il dato sul prodotto interno lordo del 2012, passando dal 7,8% di crescita al 7,7% successivamente confermato, ed eguagliato lo scorso anno. Il margine di errore medio sul calcolo del pil annuale cinese sarebbe, però, ben più ampio: secondo gli studi della società di ricerche economiche Rhodium Group, per esempio, nel 2011, la somma del prodotto interno lordo delle varie province del Paese darebbe un risultato superiore al 10% del pil nazionale confermato dai dati ufficiali; un divario molto più alto di quello del Giappone, dove lo stesso metodo di calcolo eccede del 5% rispetto al risultato nazionale per lo stesso anno. Una percentuale compressa tra il 5% e il 10% di revisione al rialzo del pil cinese per il 2013 è anche l'ipotesi di un altro istituto di analisi macro-economiche, la londinese Capital Economics.
 
Lo scetticismo sui dati di Pechino viene dissolto dagli analisti di Rhodium, secondo cui "la Cina sta utilizzando una tecnologia accurata e i dati dovrebbero essere presi sul serio. Pechino sta prendendo in considerazione attività precedentemente sotto-stimate e sta convergendo verso una best practice internazionale". Il risultato potrebbe essere quello di un'economia più grande di circa mille miliardi di dollari, rispetto alle stime attuali. La necessità di ricalcolare il pil è data anche dalle condizioni attuali dell'economia cinese, indirizzata sempre più verso i consumi interni e le imprese private, oggetto anche di politiche mirate da parte del governo centrale in tre occasioni quest'anno, l'ultima delle quali il mese scorso. La Cina avrà bisogno di un sistema di calcolo più affidabile per tenere in considerazione i mutamenti dello scenario economico e sociale del Paese. "La crescita della Cina al 2017 - concludono gli esperti del Rhodium Group - dipenderà dal rafforzamento del settore dei servizi e dall'avanzamento delle piccole e medie imprese, aree in cui la copertura delle statistiche è stata storicamente ai minimi".
 



16 dicembre 2014

 

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