SIRIA: MANIFESTANTI BRUCIANO BANDIERA CINESE
"Certi Paesi hanno presentato una bozza di risoluzione che avrebbe imposto pressione alla cieca sulla Siria - aveva commentato dopo l'incontro in sede ONU Ma Zhaoxu, portavoce del ministero degli Esteri cinese - e sono arrivati addirittura al punto di minacciare sanzioni. Una cosa del genere non aiuterebbe di certo ad alleggerire la situazione". "Ci opponiamo risolutamente a qualsiasi ingerenza nelle questioni interne della Siria" aveva detto l'ambasciatore cinese all'ONU Li Baodong. E nonostante il principio della non ingerenza sia particolarmente caro a Pechino che rifiuta qualsiasi intromissione proveniente da oltreconfine nelle questioni cinesi, secondo molti dietro l'alt al Palazzo di Vetro c'è di più e che la mossa sia stata motivata dal rifiuto della Cina di sostenere eventuali cambi di regime in Paesi scossi da proteste di massa. Una decisione che i media siriani celebrano come uno "sviluppo storico" che segna un colpo ai regimi occidentali che intervengono negli affari interni.
Intanto mentre il presidente Bashar al-Assad annuncia elezioni locali per dicembre, dall'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite il bollettino di guerra degli scontri siriani continua a salire. Da marzo fino ad ora oltre 2.900 persone hanno perso la vita. Una revisione, questa, alle precedenti stime dell'Onu che si attestavano a 2.700 vittime. E nella sola giornata di mercoledì, all'indomani quindi della bocciatura della risoluzione contro
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