Roma, 16 mar. – La Cina è il terzo Paese al mondo per esportazione di armi, con un aumento del 143% nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014 rispetto al quinquennio precedente. Lo rivela l'ultimo studio del Sipri, lo Stockholm International Peace Research Institute. Nonostante il forte aumento e il sorpasso sulla Germania, che scivola in quarta posizione, la Cina rimane ancora molto indietro rispetto ai primi due Paesi esportatori: Russia (+37% nel periodo compreso tra 2010 e 2014) e Stati Uniti, che si confermano saldamente al comando della classifica, con un aumento delle esportazioni del 23% negli ultimi cinque anni. In totale, Washington mantiene una quota del 31% del commercio globale di armamenti, contro il 27% di Mosca. L'Italia si piazza all'ottavo posto.
Secondo il Sipri, inoltre, Pechino produce molto di più in casa rispetto al passato e ha quindi ridotto le importazioni di sistemi di difesa: tra il 2005 ed il 2009 era il primo acquirente al mondo di armi dall'estero, ora è 'solo' al terzo posto - dopo l'India e l'Arabia Saudita - con una contrazione degli acquisti da Paesi stranieri del 42% Specularmente sul fronte delle esportazioni, negli ultimi 5 anni (2009-2014) le vendite di armi cinesi sono aumentate del 143%.
Tra i migliori clienti di Pechino ci sono il Pakistan, il Bangladesh e il Myanmar: tre Paesi che da soli rappresentano il 75% delle vendite di armi cinesi anche se l'attenzione di Pechino si sta spostando sui loro 'clienti/debitori' africani.
A conferma dell'attenzione che il Dragone riserva all'ammodernamento militare, il portafogli destinato alla difesa cinese è ad oggi secondo solo a quello di Washington. Appena una decina di giorni fa, nel corso dell'Assemblea Nazionale del Popolo, Pechino ha annunciato un ulteriore incremento del 10,1% delle spese militari, portate a 886,9 miliardi di yuan (141,45 miliardi di dollari), contro i 534 miliardi di dollari degli Usa. L'ultimo di una serie di aumenti a due cifre del budget militare degli ultimi 20 anni.
16 marzo 2015
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