A poco più di un anno dal terremoto che il 12 maggio 2008 devastò la provincia del Sichuan, a sud-ovest della Cina, le autorità di Pechino annunciano che la ricostruzione verrà completata prima del previsto. "La ricostruzione sarà portata a termine dodici mesi prima rispetto a quanto precedentemente stimato" ha dichiarato Mu Hong, un funzionario di alto livello incaricato della pianificazione urbanistica nella regione. Secondo Mu, vicepresidente della Commissione Nazionale per le Riforme e lo Sviluppo- il principale organo di pianificazione economica del paese- sono 353 i miliardi di yuan (circa 37 miliardi di euro) già investiti per la realizzazione di progetti nella provincia: "Alla luce delle prime stime per la ricostruzione, effettuate lo scorso settembre, si riteneva fossero necessari tre anni per completare tutti i lavori. Ma ora siamo in grado di accelerare e completare tutto entro il settembre del 2010".
Il terremoto, di grado 8.3 della scala Richter, aveva causato la morte di circa 87.000 persone, mentre sono più di 5 milioni i sichuanesi che hanno perso le loro abitazioni. Al momento i lavori di ricostruzione si stanno concentrando soprattutto su strutture ospedaliere, scuole e case:
secondo i dati forniti dalla Commissione nell'aprile scorso sono più di 21.000 i progetti già finanziati nel Sichuan e nelle regioni del Gansu e del Shaanxi, anch'esse colpite dal sisma.
Un'attenzione particolare è stata prestata alla ricostruzione delle strutture scolastiche, dove hanno perso la vita quasi 5500 studenti: mentre sono circa 3340 le scuole crollate, i palazzi adiacenti a queste strutture non hanno subito danni gravi.
I familiari delle vittime- molti dei quali convinti che i crolli siano stati causati dalla qualità scadente dei materiali impiegati per le scuole- avevano preteso un indagine che individuasse in tempi brevi i nomi dei colpevoli, ma non hanno ancora ottenuto piena soddisfazione dal governo: "Finora non siamo riusciti a dimostrare che qualcuno abbia tratto profitti illeciti dalla costruzione degli edifici scolastici" ha detto Tang Kai, un alto funzionario del Ministero dello Sviluppo Urbano. "Le indagini devono ancora stabilire se ci siano stati problemi nella progettazione, nella costruzione, nella supervisione, o se ci siano stati degli abusi. Si tratta di un'investigazione complessa". Il governo cinese ha inoltre emanato una norma che impone che tutti gli edifici pubblici siano in grado di resistere a scosse sismiche fino all'ottavo grado della scala Richter e ha reso noto che le abitazioni rurali, le più colpite, saranno ricostruite prima di quelle delle zone urbane. Importante il ruolo italiano, non solo nel prestare i primi soccorsi ma anche in questa fase di ricostruzione: se infatti, secondo quanto reso noto dall'Ambasciata d'Italia a Pechino il contributo del nostro governo nel corso dell'emergenza è arrivato a quota 3 milioni e 365mila euro, attualmente l'Italia è impegnata in un programma di preservazione dei beni culturali del Sichuan, in uno di recupero ambientale e insieme alla Turchia è stata l'unico paese invitato dai cinesi a fornire assistenza tecnica e di know-how alla China Earthquake Administration. "Il trasporto e la partecipazione con le quali l'amministrazione e la gente comune del Sichuan hanno vissuto il terremoto in Abruzzo sono stati commoventi – ha dichiarato l'ambasciatore Riccardo Sessa-, abbiamo ricevuto moltissime donazioni provenienti da privati cittadini sui conti dedicati".