SI' AI DOMINI IN CINESE,1 MLD DI NETIZEN IN PIU'
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SI' AI DOMINI IN CINESE,1 MLD DI NETIZEN IN PIU'

SI' AI DOMINI IN CINESE,
1 MLD DI NETIZEN IN PIU'

Internet
SI' AI DOMINI IN CINESE,1 MLD DI NETIZEN IN PIU'
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Roma, 15 lug. – Presto per più di un miliardo di persone accedere a internet sarà molto più semplice. A facilitare ai netizen la navigazione è bastato il sì della Corporation for assigned names and numbers (ICANN) riguardo la registrazione del dominio in caratteri cinesi. Dopo il via libera ai domini in arabo, il web si apre al Dragone e non è difficile ipotizzare che seguirà presto il nulla osta per altre lingue non europee. "Un quinto della popolazione mondiale parla cinese. Ciò vuol dire che potenzialmente circa un miliardo di persone troverà il web più accessibile" spiega Rod Beckstrom, presidente dell'ICANN. Attualmente i cinesi si appoggiano ai motori di ricerca per trovare il sito desiderato. "Per queste persone le scritte in alfabeto latino non sono affatto semplici da ricordare, né tantomeno è facile indovinare il nome del sito" spiega Jonathan Shea, presidente esecutivo della Hong Kong Internet Registration Corp. "A questo si aggiunge il fatto che moltissimi brand o organizzazioni sono conosciuti dalla maggior parte delle persone solo attraverso il nome cinese: va da sé che se non si riesce a intuire la giusta trascrizione alfabetica la loro identità è persa nel cyberspazio" aggiunge Shea. Inoltre "in Cina sono moltissimi gli utenti che non conoscono l'inglese e che vengono così automaticamente esclusi da internet" sostiene Liu Chin-ho, direttore esecutivo del Taiwan network information center. La decisione dell'ICANN ha già raccolto il plauso del China internet network information center (CNNIC), l'agenzia per la registrazione del dominio internet gestita dal governo centrale, che ha apprezzato il fatto che, con questo gesto, la comunità internazionale ha ufficialmente riconosciuto l'importanza degli internauti cinesi. Una popolazione in continua crescita che, a fine giugno, ha raggiunto quota 420 milioni. E il cambiamento, secondo Paul Denlinger – esperto di internet e specializzato in mercato cinese – è di portata storica: "Molti cinesi conoscono il pinyin – il sistema di trascrizione dei caratteri cinesi nell'alfabeto latino – e sanno come tradurre le parole, ma si tratta per lo più di persone istruite. Da ora in poi, invece, il web sarà più conforme a quella che è la società reale. L'era della comunicazione in stile occidentale sta definitivamente tramontando, mentre sta prendendo forma un nuovo sistema di comunicazione multilingue e multiculturale". Ma c'è chi è ancora un po' scettico riguardo la novità. Duncan Clark, presidente dell'agenzia di consulenza BDA China, sostiene che più del 90% delle agenzie governative cinesi, new media e università e oltre il 40% delle 500 principali compagnie del Paese hanno il proprio dominio in caratteri tuttavia "immettere caratteri può essere più macchinoso rispetto a digitare il pinyin. Implica più 'click' e le persone scelgono sempre il metodo più rapido. Siamo pigri" afferma Clark. "A livello politico è un successo per il governo, ma quale sarà il vantaggio per gli utenti è ancora da valutare".


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