Shanghai corre ma è molto cara
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Shanghai corre ma è molto cara

Shanghai corre ma è molto cara

Listini emergenti. Il caso della Cina
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La Cina continua a stupire, nonostante la difficile situazione internazionale. Le misure di stimolo economico statali stanno sostenendo la congiuntura, che nel primo trimestre 2010 – secondo stime di fonte governativa – potrebbe tornare a crescere al ritmo del 10%, mentre quest'anno dovrebbe essere raggiunto il target dell'8% stabilito da Pechino.
«Il Paese – dicono Matthew Vaight e Michael Godfrey, co-gestori di M&G Asian Fund – mostra di avere la forza finanziaria per superare qualsiasi problema si presenti all'orizzonte. Gli investimenti cinesi in progetti infrastrutturali (come reti viarie, ospedali, abitazioni e impianti di trattamento delle acque) creeranno posti di lavoro, aumenteranno il denaro a disposizione dei consumatori e terranno il Paese sulla strada del progresso economico, trasformando un'economia basata sull'export e dominata da produzione industriale e agricola in una economia trainata dai consumi e dalla domanda interna».
I due gestori continuano a essere molto ottimisti sulle prospettive di lungo termine del mercato azionario asiatico, perchè il trend strutturale di crescita economica è molto solido e potrebbe persistere ancora per decenni. «La domanda, stimolata dalla crescente ricchezza dei cittadini asiatici – osservano ancora Vaight e Godfrey –, resta il fattore dominante in tutta l'area».
Ma l'investitore deve muoversi con cautela. Oggi, osservano a M&G Asian Fund, le migliori opportunità per chi punta sull'equity dell'emerging Asia non si trovano a Shangai, ma nelle altre piazze emergenti della Regione.
«Il listino cinese è molto caro, mentre altrove, sempre in Asia, è possibile trovare maggiore valore. La storia – concludono i gestori – insegna che i Paesi con crescita economica più elevata hanno realizzato i rendimenti azionari più bassi. Una evidenza che, anche se appare controintuitiva, poggia su due buone ragioni: primo, la crescita non sempre crea valore per gli azionisti e, poi, gli investitori hanno l'abitudine di pagarla in eccesso».
Al. R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

14/09/2009
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