Sforbiciata requisiti riserve, allerta prezzi case

Sforbiciata requisiti riserve,  allerta prezzi case

di Giovanna Di Vincenzo

 

Pechino, 20 feb.-  La Banca Centrale cinese ha annunciato che taglierà dello 0,50% i requisiti del coefficiente di riserva obbligatoria delle banche commerciali. L'intervento verrà messo in atto dal 24 febbraio prossimo e ha lo scopo di alleviare le restrizioni sui prestiti e dare una spinta al motore della seconda economia mondiale. Dopo i vari tentativi di Pechino di tenere a bada l'eccessivo surriscaldamento dell'economia e l'aumento dell'inflazione, il governo sembra intenzionato a innescare una leggera ripresa della crescita, svincolando le banche dai limiti nella concessione del credito imposti nei mesi precedenti. La scelta è comunque moderata dal momento che il governo centrale vuole spingere la crescita pur controllando la frenesia dei prestiti che ha preso piede dal 2009 fino alla seconda metà dello scorso anno. L'obiettivo principale rimane sempre quello di  ridurre la spinta inflattiva, l'aumento dei prezzi delle case e l'eccessiva esposizione delle banche centrali al rischio della concessione di credito alle amministrazioni locali.

 

La mossa della Banca Centrale coglie di sorpresa gli analisti, molti dei quali non si aspettavano che il taglio potesse avvenire all'indomani della pubblicazione dei dati economici di gennaio, solitamente distorti a causa del tradizionale aumento dei prezzi in concomitanza con il Capodanno lunare. Secondo Wang Tao, esperto di economia presso USB Investment Bank, la mossa imminente del governo sui tagli ai coefficienti di riserva è dovuta al recente aumento dei tassi di interesse che ha frenato la circolazione di liquidità sul mercato. Per Ma Xiaoping, economista della HSBC, la riduzione di mezzo punto percentuale del coefficiente di riserva rappresenta "una buona notizia per il mercato" che sarà in grado di rilasciare 400 miliardi di yuan (48 miliardi di euro circa) di liquidità. Secondo Ma questa iniziativa conferma come la priorità di Pechino rimanga pur sempre quella di stimolare crescita economica.

 

L'ultimo intervento della Banca centrale sui fondi che le banche devono mettere a riserva risale al 30 novembre scorso con entrata in vigore il 5 dicembre. Prima di allora il coefficiente era stato aumentato sei volte al fine di tirare la cinghia alle eccessive concessioni delle banche. Pechino era riuscita con successo a raffreddare gli investimenti, che hanno registrato a gennaio un calo del 29 per cento rispetto all'anno precedente e il più basso dal 2007, con una quota di prestiti di 738,1 miliardi di yuan (88 miliardi circa di euro). La politica "fluttuante" delle autorità centrali è segno della preoccupazione di un eccessivo calo della crescita, che secondo le previsioni degli esperti si manterrà intorno all'8,5 per cento, in calo rispetto al 9,2 per cento del 2011. 

 

Lo sforzo di Pechino è doppio: la scelta di evitare un raffreddamento eccessivo dell'economia deve essere controbilanciata da un constante monitoraggio del prezzo degli immobili. L'equilibrio è difficile da mantenere, ma secondo Fan Jianping, direttore del dipartimento previsioni economiche del Centro di Informazione Statale, importante think tank del governo cinese, "la crescita rimarrà in espansione nonostante le misure volte a contrastare la tendenza al rialzo nel settore immobiliare". Il vertiginoso aumento dei prezzi delle proprietà negli ultimi cinque anni ha destato non poche preoccupazioni all'interno della leadership cinese, che dall'aprile del 2010 ha imposto delle misure restrittive contro lo scoppio di una bolla immobiliare."I prezzi delle case", ammette Fan, "erano arrivati alle stelle nel 2010, e in alcune città erano cresciuti addirittura del 30 per cento". Secondo le previsioni dell'analista la crescita del mercato immobiliare nel 2012 sarà del 18 per cento, rispetto al 27,9 per cento del 2011, un ridimensionamento che però non rischia di compromettere l'andamento in ascesa dell'economia.
Proprio lunedì la leadership cinese ha dichiarato all'agenzia Xinhua che continuerà ad attuare politiche monetarie molto prudenti, riconfermando la linea intrapresa alla fine dello scorso anno.



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