Pechino, 14 ott.- In Cina l'inflazione continua a correre - seppure a ritmi lievemente più lenti - nonostante le numerose misure varate dal governo: secondo i dati pubblicati venerdì dall'Ufficio Nazionale di Statistica, a settembre l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 6.1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un aumento più contenuto rispetto al 6.2% di agosto e al di sotto del record del 6.5% di luglio - che aveva segnato il livello più alto degli ultimi tre anni -, ma comunque ben oltre la soglia del 4% fissata dal governo come obiettivo per il 2011.
Si tratta di un aumento in linea con le previsioni degli analisti di settore: l'alto tasso d'inflazione sta limitando lo spazio per eventuali manovre da parte del premier Wen Jiabao per adottare una politica monetaria più rilassata, proprio mentre la crisi del debito pubblico europeo riduce le esportazioni cinesi verso il Vecchio Continente e le piccole e medie imprese del Dragone - soprattutto nella metropoli industriale di Wenzhou - si trovano ad affrontare una crisi del credito.
Secondo l'Ufficio Nazionale di Statistica, a sospingere verso l'alto l'indice dei prezzi al consumo sono ancora una volta i costi dei generi alimentari: la carne di maiale - la più consumata sulle tavole cinesi - ha registrato ad esempio un aumento del 44% rispetto allo scorso anno, mentre i costi delle altre merci e l'indice dei prezzi al produttore crescono a ritmi meno sostenuti.
"L'aumento dell'indice dei prezzi al consumo e dell'indice dei prezzi al produttore del mese di settembre sono coerenti con le nostre previsioni, secondo le quali l'inflazione ha già raggiunto il picco per l'anno 2011" scrivono in una nota diramata venerdì gli analisti di BBVA Li Zhigang e Stephen Schwartz.
"Sul fronte delle politiche monetarie, tuttavia, data la pressione inflazionistica comunque elevata, riteniamo che le autorità cinesi non adotteranno alcun cambiamento nel resto dell'anno".
Tra venerdì e martedì il governo cinese pubblicherà altre importanti statistiche economiche, tra cui i dati sulle vendite al dettaglio, gli investimenti e la produzione industriale del mese di settembre e , soprattutto, i risultati sulla crescita del PIL relativi al terzo trimestre 2011.
"Continuiamo a ritenere che l'economia cinese stia attraversando una fase di rallentamento - concludono gli analisti BBVA nella nota - che tuttavia esclude un brusco arresto della crescita. Ma a causa delle incertezze sull'economia globale le previsioni su una crescita del PIL al 9.2% per il 2011 e all'8.9% per il 2012 potrebbero subire modifiche sostanziali".
di Antonio Tali
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