SCONTRO CINA-UE SU TASSA PER COMPAGNIE AEREE

SCONTRO CINA-UE SU TASSA  PER COMPAGNIE AEREE

Pechino, 7 giu.- Una "nuova guerra commerciale" tra Cina e Unione europea? Secondo Giovanni Bisignani, direttore generale della IATA – l'organizzazione internazionale che riunisce tutte le più importanti compagnie aeree mondiali-, l'inizio del conflitto è previsto per il 2012. La causa dello scontro è la nuova tassa sulle emissioni CO2 che entrerà in vigore nel 2012, che verrà applicata a tutte le compagnie aeree in volo verso destinazioni europee.

 

"La Cina non cederà alle richieste dell'Unione europea - ha dichiarato ieri il vicesegretario della China Air Transport Association Chai Haibo nel corso del tradizionale meeting annuale della IATA, in corso a Singapore- e intraprenderà le adeguate vie legali. Riteniamo profondamente irragionevole il piano dell'Europa per costringere unilateralmente altri paesi ad adottare l'Emission Trading Scheme, e la nostra associazione non lo sottoscriverà né chiederà un'esenzione".

 

L'EU ETS, o Piano di Commercio delle Emissioni di gas dell'Unione Europea, è il sistema che obbliga tutte le società che producono emissioni inquinanti- e quindi anche le compagnie aeree - ad acquistare permessi per ogni tonnellata di diossido di carbonio emessa oltre un certo limite, obbligando coloro che non lo sottoscrivono ad affrontare pesanti multe e, nel caso specifico, l'eventuale sospensione dei voli.

 

Secondo i calcoli della CATA diffusi da Chai Haibo, se le società cinesi aderissero al programma nel solo 2012 dovrebbero versare all'Unione europea circa 800 milioni di yuan (circa 84 milioni di euro) che diventerebbero tre miliardi (circa 315 milioni di euro) nel 2020.

 

I delegati cinesi si sono recati a Bruxelles la scorsa settimana per contestare l'applicazione della nuova misura e hanno minacciato ritorsioni: secondo quanto dichiarato da Bisignani al vertice IATA, Pechino minaccia di chiudere lo spazio aereo cinese ai vettori europei.

 

Ma se l'ipotesi dei cieli cinesi completamente chiusi alle società europee sembra quasi fantascientifica, in molti ritengono che la Cina potrebbe avere più di una chance legale per fare valere la sua posizione: "La decisione europea va contro il principio acquisito delle 'responsabilità comuni ma differenziate' tra economie mature e paesi emergenti- ha dichiarato al quotidiano cinese People's Daily Cheng Shuaihua, funzionario dell'International Center for Trade and Sustainable Development con base a Ginevra- e c'è buona possibilità che un'eventuale controversia legale finisca con la sconfitta dell'Unione europea".

 

Sono 33 le compagnie aeree cinesi- inclusi i vettori di Hong Kong e Macao - che secondo la lista Ue dovrebbero partecipare al piano europeo; almeno 16 società collegano direttamente la Cina all'Europa con 11 servizi regolari. Ma se la ritorsione cinese dovesse essere in qualche modo attuata, tra le compagnie europee ci sarebbe anche Alitalia, che da qualche giorno ha ripristinato nuovi collegamenti diretti tra Pechino e Roma.

 

di Antonio Talia

 

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