Pechino, 3 ago. - L'Italia aumenta la sua presenza nel sud-ovest della Cina, una delle realtà più dinamiche del gigante asiatico con due nuovi accordi firmati alla presenza del sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Ivan Scalfaortto, in queste ore in visita a Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan, e a Chongqing, la metropoli del sud-ovest cinese con il tasso di crescita più alto della Cina nei primi sei mesi del 2017 (+10,5%, a fronte di una media nazionale del 6,7%). A Chengdu, nella nuova zona di Tianfu, sorgerà il nuovo Parco Italo-Cinese sulla Cultura e l'Innovazione, dopo la firma dell'accordo con il sindaco della città, Luo Qiang, mentre a Chongqing, nel pomeriggio di oggi, è stato siglato l'accordo tra il Consolato Generale d'Italia a Chongqing e la nuova zona di Liangjiang della municipalità del sud-ovest cinese per la realizzazione del Parco Industriale Sino-Italiano con annesso centro per la promozione degli investimenti bilaterali, alla presenza, oltreché di Scalfarotto, dell'ambasciatore d'Italia in Cina, Ettore Sequi, e del vice sindaco di Chongqing, Chen Luping.
La tappa a Chengdu è stata l'occasione per annunciare la presenza dell'Italia come Paese ospite d'onore della prossima edizione della Western China Fair, durante l'incontro tra il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico e il sindaco della città, Yang Xingping, un segnale, ha spiegato Scalfarotto, che l'Italia vuole dare del "vivo interesse per l'accrescimento degli investimenti bilaterali, nonché di collaborazioni nei settori tecnologico, culturale e dell'innovazione". Proprio a Chengdu, verrà organizzata dall'Ambasciata d'Italia in Cina, a metà settembre, la quinta edizione del dialogo italo-cinese sulla sicurezza alimentare, per la prima volta fuori da Pechino. La scelta della città, che conta circa 15 milioni di abitanti, non è casuale: a Chengdu si terrà dal 29 settembre al 1 ottobre 2017, il prossimo Congresso Globale di Slow Food, il movimento nato in Italia che promuove le buone abitudini alimentari.
A Chongqing, Scalfarotto ha inaugurato la terza edizione del "Chongqing-Italy Forum on Automotive, Transportation and Logistics: success case-studies and future opportunities along One Belt, One Road", a cui hanno partecipato oltre novanta rappresentanti di settore, sia cinesi che italiani. Chongqing è la più grande base dell'industria automobilistica cinese e l'evento è stata l'occasione per discutere dei progetti congiunti tra l'Italia e il sud-ovest cinese nel settore dell'automotive e dei trasporti, e le prospettive di inclusione dell'Italia all'interno dell'iniziativa Belt and Road, o "One Belt, One Road", lanciata dal presidente cinese, Xi Jinping, nel 2013.
I dati dell'interscambio. L'Italia recupera nel 2016 e i numeri del rapporto con il sud-ovest
La Cina è attualmente il quinto partner commerciale dell'Italia, con un interscambio complessivo che ammonta a 38 miliardi di euro a fine 2016, con un moderato recupero sul piano del deficit commerciale rispetto al gigante asiatico: nel 2015, il deficit commerciale era di 17,8 miliardi di euro, mentre lo scorso anno si è ridotto, fermandosi a quota 16,2 miliardi di euro. Quest'ultimo risultato si avvale di un aumento in valore delle esportazioni italiane del 6,4% (passando da 10,4 miliardi di euro a 11,1 miliardi di euro) e una diminuzione delle importazioni dalla Cina del 3,4% (passate da un valore complessivo di 28,2 miliardi di euro a 27,2 miliardi di euro). Ancora meglio i risultati dei primi quattro mesi dell'anno, secondo dati dell'Istat, con un aumento dell'export italiano verso la Cina del 25% rispetto allo stesso periodo del 2016: tra i settori che hanno fatto meglio ci sono la meccanica strumentale (+28%); il settore farmaceutico (+10%) e il settore auto, che ha sfiorato un aumento del 7% rispetto all'anno precedente. In Cina sono presenti circa duemila aziende italiane, che creano oltre sessantamila posti di lavoro, per un fatturato annuo di cinque miliardi di euro.
Nel 2016, l'interscambio tra Italia e Sichuan ha raggiunto quota 556 milioni di dollari, circa 474 milioni di euro, dei quali 407 milioni di dollari (347 milioni di euro) di export dal Sichuan verso l'Italia, e i restanti 149 milioni di dollari (127 milioni di euro) di export dall'Italia al Sichuan. Nel primo semestre del 2017 si è verificata una forte crescita delle esportazioni italiane verso la provincia del sud-ovest cinese, il 14,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'interscambio tra Italia e Chongqing nel 2016 equivale a 547 milioni di dollari (466 milioni di euro). Le esportazioni di Chongqing verso l'Italia sono state pari a 378 milioni di dollari (322 milioni di euro) in calo del 18,29% rispetto all'anno precedente, mentre l'export italiano è stato di 169,7 milioni di dollari (circa 145 milioni di euro) con un balzo del 20,4% rispetto al 2015. Nella città-provincia cinese sono presenti, alla fine del primo semestre 2017, 28 progetti di investimenti con capitale italiano per un valore complessivo di 55 milioni di dollari (48,6 milioni di euro) mentre i progetti di investimento di gruppi di Chongqing in Italia ammontano a 21,67 milioni di dollari (20,5 milioni di euro) e sono riconducibili a tre società: Shineray-Swm, Loncin e Zongshen, che operano nei settori dell'automotive, della componentistica per motori e dei macchinari a uso industriale o agricolo.
03 AGOSTO 2017
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