Roma, 7 mag.- Per molti cinesi sarà Taiwan la meta delle prossime vacanze. La Cina ha inaugurato il primo ufficio turistico a Taipei. Obiettivo: incrementare il turismo e migliorare i rapporti bilaterali. Una tappa importante che i leader dei due governi non hanno esitato a definire "una pietra miliare". L'iniziativa, promossa dall'Associazione semiufficiale per gli scambi turistici tra le due sponde (Quasi-official Cross-strait Tourism Exchange Association), ha permesso la riapertura delle rappresentanze chiuse dopo il 1949. E non è solo il Dragone ad andare a Taiwan: solo tre giorni fa sono stati i taiwanesi a volare fino a Pechino dove hanno inaugurato la loro nuova 'postazione'. "Attualmente la maggior parte dei cinesi sono autorizzati ad andare sull'isola – e dal 2008 sono stati più di un milione a farlo invogliati dalla decisione del presidente Ma Ying-jeou di triplicare la quota giornaliera media di turisti autorizzata - ma ad una grande fetta della popolazione è ancora vietato. Presto altre sette provincie potranno spostarsi liberamente" ha spiegato Shao Qiwei, capo della Amministrazione turistica cinese nazionale. "Spero che in futuro riusciremo a incrementare questo tipo di attività che ci permettono di assicurare ad entrambi i Paesi sviluppo, impiego e pace" ha aggiunto Ma Xiaoguang, vice presidente dell'Associazione per le relazioni riguardanti lo stretto di Taiwan. Attività che per la Cina ha avuto inizio nel settembre del 2009 quando l'attuale direttore dell'ufficio Fan Guishang e altri due delegati sono giunti sull'isola per avviare la promozione.
L'iniziativa ha ricevuto il plauso sia dei cittadini che delle autorità, le quali hanno rivelato che, grazie ai turisti provenienti dalla Cina contentale, il settore turistico ha registrato un forte incremento. Ma dal coro si levano già voci di protesta: Pechino considera l'isola parte integrante della suo territorio ed è ancora in attesa di una ricongiunzione e questa distensione dei rapporti potrebbe portare l'isola ad abbassare la guardia e a perdere la propria indipendenza, come afferma George Tsai, political scientist della Chinese Cultural University di Taipei: "Questo è sicuramente un passo importante e i due Paesi hanno imboccato la giusta direzione ma l'interferenza politica è in agguato".