SALVATI 45 MINATORI INTRAPPOLATI NELL'HENAN

SALVATI 45 MINATORI INTRAPPOLATI NELL'HENAN
Pechino, 5 nov. - Sono stati tratti in salvo 45 minatori rimasti intrappolati per 36 ore in seguito a un'esplosione nella miniera di carbone di Qianqui, nella Cina centrale. I soccorritori hanno scavato un tunnel a centinaia di metri di profondità e sono riusciti a raggiungere i superstiti, alcuni dei quali feriti. Altri 21 minatori erano già stati portati fuori mentre è stato confermato il bilancio di otto morti nell'incidente.
L'operazione di soccorso nella provincia di Henan, trasmessa in diretta tv, è uno dei rari casi di salvataggi riusciti in Cina. L'ultimo risaliva all'aprile 2010, quando 115 minatori furono riportati in superficie dopo otto giorni. Una folla ha applaudito all'uscita dei minatori, apparsi stravolti. L'ultimo è stato messo su una barella e portato direttamente in ospedale. L'esplosione si era verificata in seguito a una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,9 anche se non è chiaro se fosse legata al sisma.
CROLLO IN MINIERA, 4 MORTI E 50 INTRAPPOLATI

Pechino, 4 nov. - Ennesima sciagura in una miniera in Cina. Questa volta a essere colpita è la zona centrale del Paese, provincia dello Henan, dove un crollo improvviso nella miniera di carbone Qianqiu, nella città di Sanmenxia, ha già causato quattro morti. Sono ancora cinquanta invece i lavoratori rimasti intrappolati sotto terra, mentre sette sono stati tratti in salvo dai soccorritori - come hanno testimoniato le immagini dell'emittente televisiva CCTV -, e quattordici sarebbero riusciti a raggiungere la superficie con le proprie forze. Come riportato dalla Xinhua, tra i sette minatori tratti in superficie, sei hanno riportato ferite lievi, mentre uno è gravemente ferito. Il cedimento della parete rocciosa è avvenuto a meno di mezz'ora da una scossa di terremoto con magnitudo 2,9 registrato nella città di Sanmenxia, come ha riportato il quartier generale per i soccorsi: non è ancora chiaro se ci siano un collegamento diretto tra i due eventi.


L'incidente, avvenuto nella miniera che appartiene alla Yima Coal Group, una grande compagnia statale con una capacità produttiva annua di 2,1 milioni di tonnellate, si è verificato mentre settantacinque persone stavano lavorando in un tunnel profondo circa 760 metri. Il cedimento ha però creato un'ostruzione a circa 480 metri di profondità, intralciando le operazioni di soccorso. Si teme ora per le persone ancora intrappolate all'interno; la loro sopravvivenza dipende dall'impatto provocato dal cedimento della roccia, che da solo può essere letale, e dalla capacità dei soccorritori di fornire un'adeguata ventilazione.

"Se il cedimento non è stato molto intenso, potrebbe aver portato a un restringimento del tunnel, ma saremmo ancora in grado di fornire aria e assicurare la ventilazione", sono state le parole del direttore della propaganda del PCC per la città di Yima. "Se invece l'impatto è stato forte, la ventilazione potrebbe essere stata interrotta immediatamente, soffocando i lavoratori intrappolati".

 

La tragedia segue quella avvenuta nello Hunan il 30 ottobre, con la morte di 29 operai, e quelle nello Shaanxi, sempre il mese scorso, con due incidenti costati la vita rispettivamente a tredici e undici minatori. Un intero Paese segue lo svolgersi dei soccorsi, per l'ennesima volta con il fiato sospeso.

 

Le miniere di carbone cinese hanno il 'tasso di mortalità' più alto al mondo, nonostante l'implementazione delle misure di sicurezza abbiano portato alla chiusura di alcune miniere illegali. Le sciagure che si registrano su base annua si sono più che dimezzate rispetto a qualche anno fa; sono circa un terzo rispetto al 2007, l' annus horribilis che ne registrò circa 7mila.

 

di Gabriele Tola

 

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