Pechino, 1 dic. - Aumenta a novembre il Purchasing Managers' Index, l'indicatore del manifatturiero cinese, che secondo i dati pubblicati oggi da CFLP (China Federation of Logistics and Purchasing) il mese scorso ha toccato quota 55.2 contro il 54.7 registrato in ottobre, raggiungendo così il risultato più alto degli ultimi sette mesi. Una statistica alternativa a quella ufficiale, elaborata da HSBC, mostra un incremento leggermente più evidente, del 55.3, che segnerebbe invece il record dallo scorso marzo. Che siano più precise le statistiche ufficiali o quelle indipendenti, poco importa: il PMI è un indicatore basato su diversi fattori (tra cui nuovi ordini, produzione, consegne, etc.) che mostra un'espansione quando si attesta sopra il 50 ed indica invece un mercato in contrazione al di sotto di questo risultato, e la produzione manifatturiera del Dragone in novembre sembra proseguire la corsa degli ultimi mesi.
Ma con i risultati di novembre arrivano anche i nuovi interrogativi sui rischi di surriscaldamento dell'economia cinese: il quotidiano ufficiale China Daily riporta oggi la notizia di un aumento record del prezzo del cemento che, nonostante i limiti imposti al consumo energetico, ha raggiunto in media i 400 yuan a tonnellata (più di 45 euro), e in alcune zone sarebbe arrivato fino a quota 500 (circa 57 euro). Si teme, insomma, una nuova zampata dell'inflazione, dopo che i dati del mese di novembre avevano mostrato un aumento del 4.4%, ben al di là della crescita del 3.5% che il governo ha fissato come obiettivo annuo (leggi questo articolo e questo articolo ). La Commissione Nazionale per le Riforme e lo Sviluppo – il principale organo di controllo economico cinese - ha reso noto ieri in un comunicato che un controllo dei prezzi "non è ancora necessario", ma l'ennesimo aumento del Purchasing Managers' Index è stato conseguito in un mese contrassegnato dalla penuria di carburante in alcune zone industriali e dalla chiusura di numerosi impianti per la produzione di acciaio e alluminio, dovuti alla campagna di efficienza energetica lanciata dal governo.
Il 17 novembre scorso il premier Wen Jiabao aveva annunciato un pacchetto di misure per contrastare l'inflazione, tra le quali l'ipotesi di imporre un tetto ai prezzi dei generi alimentari di prima necessità, e il mese scorso il governo aveva ordinato due aumenti del coefficiente di riserva obbligatoria delle banche al fine di drenare dal sistema finanziario quanta più liquidità possibile (leggi questo articolo ). Nel terzo trimestre di quest'anno la Cina è cresciuta del 9.6%, un risultato moderato se confrontato con l'11.6% dei primi tre mesi di quest'anno; ma anche se la crescita dovesse rallentare, tutti i dati convergono verso un superamento sul Giappone che alla fine del 2010 renderebbe quella cinese la seconda economia del mondo. A ottobre la Banca centrale ha aumentato i tassi d'interesse per la prima volta nel corso dell'anno, ma ormai molti analisti ritengono un altro aumento sempre più vicino: "Ci aspettiamo che l'inflazione nel mese di novembre sia aumentata del 4.8%, il risultato più elevato degli ultimi due anni - ha dichiarato il chief economist di China Commercial and Industrial Bank Lu Zhengwei - e prevediamo che la Banca centrale aumenterà i tassi d'interesse ancora una volta prima della fine dell'anno".
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