Pechino, 26 ott. - I fondi d'investimento cinesi tornano ad operare all'estero: dopo 17 mesi di blocco, la State Administration for Foreign Exchange - l'agenzia amministrativa che sovrintende alle attività sui mercati stranieri - ha concesso a due mutual fund l'autorizzazione per investire oltre la Grande Muraglia. Sotto il programma denominato "Qualified Domestic Institutional Investors", E Fund Management - il quinto fondo più importante del paese - e China Merchants Fund Management potranno acquistare all'estero securities per un miliardo di dollari e 500 milioni, rispettivamente. Nonostante le quote concesse ad entrambi i fondi non siano massicce, la mossa della SAFE è un chiaro segnale della ritrovata volontà di apertura di Pechino: il programma QDII, lanciato nel 2006 per consentire a banche e fondi di fare shopping di securities straniere sotto il controllo del governo, aveva bloccato i permessi nel maggio del 2008 per proteggere le compagnie cinesi dalla volatilità dei mercati esteri. Ma lo scenario, adesso, sembra mutato, e la Cina pare decisa a mantenere una politica più aggressiva nell'allocazione di capitali all'estero, soprattutto per diversificare le sue enormi riserve in valuta straniera. Dalla nascita del QDII la SAFE ha approvato investimenti per 55.95 miliardi di dollari e sono ben 16 i mutual fund cinesi che hanno già chiesto di tornare a partecipare al programma.