RMB CONVERTIBILE IN CONTO CAPITALE IN 5 ANNI
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RMB CONVERTIBILE IN CONTO CAPITALE IN 5 ANNI

RMB CONVERTIBILE IN
CONTO CAPITALE IN 5 ANNI

Finanza
RMB CONVERTIBILE IN CONTO CAPITALE IN 5 ANNI
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Roma, 19 gen.- Entro cinque anni, lo yuan sarà convertibile in conto capitale. La notizia resa nota dalla State Administration of Foreign Exchange (SAFE) rappresenta l'ultimo passo in avanti compiuto da Pechino verso  l'internazionalizzazione della valuta cinese. "Si tratterà di un processo graduale che renderà più convenienti sia gli investimenti che il commercio e incoraggerà lo sviluppo del mercato azionario" si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell'agenzia firmato da Yi Gang, direttore del SAFE e vice governatore della Banca Centrale (PBoC). Ed è proprio quest'ultima che, sempre allo scopo di sdoganare la valuta cinese nel mondo, la scorsa settimana aveva autorizzato le compagnie cinesi a utilizzare lo yuan/renminbi per effettuare investimenti offshore o per operazioni di acquisizione di fondi. Una misura che va ad aggiungersi a quella del luglio del 2009  quando Pechino autorizzò le transazioni commerciali internazionali nella propria  divisa nel tentativo di ridurre la dipendenza del Dragone dal biglietto verde.

 

Intanto martedì, mentre il presidente Hu Jintao volava verso Washington per il vertice G2 (Cina e Usa) il cui principale tema in agenda verterà proprio sulla rivalutazione del RMB, il tasso di cambio giornaliero dollaro-yuan batteva un nuovo record piazzandosi a 6.5891, 5 punti base in meno rispetto al primato precedente di 6.5896 di venerdì scorso. Il braccio di ferro tra il Dragone e l'Aquila prosegue da mesi e mesi e non è cessato neanche a giugno quando, dopo due anni di ancoraggio al dollaro, la valuta cinese si è staccata dal biglietto verde per consentire un lieve apprezzamento del tasso di cambio. E mentre gli Usa accusano la Cina di mantenere artificialmente basso il valore dello yuan per ottenere un vantaggio sleale nelle esportazioni e premono affinché il Dragone renda la divisa cinese più flessibile e allineata al mercato, la Cina si oppone a quella che considera "un'intromissione in questioni nazionali". Un apprezzamento repentino aumenterebbe la disoccupazione e avrebbe ripercussioni sulla ripresa globale, spiega Pechino.

 

Nel frattempo il Dragone prosegue però dritto nel suo cammino verso un'internazionalizzazione della sua moneta. "Si tratta di una tappa essenziale verso la costituzione del nuovo sistema monetario internazionale" ha dichiarato il 15 gennaio nel corso del Forum annuale economico di Pechino Dai Xianglong, presidente del Consiglio nazionale cinese del fondo per la sicurezza sociale. L'attuale sistema monetario non è più in grado di riflettere l'economia mondiale mentre una diversificazione delle valute di riferimento rappresenta una soluzione più realistica". Un'opinione condivisa anche dallo stesso Hu Jintao che in un'intervista concessa domenica al Wall Street Journal e al Washington Post ha dichiarato: "L'attuale sistema monetario internazionale basato sul dollaro è un frutto del passato". Ma se è vero che l'internazionalizzazione del renminbi è di fatto necessaria, è anche vero che per poter assistere a uno scenario simile bisognerà attendere ancora. "Ci vorranno dai 15 ai 20 anni" sostiene Dai.

 

 

 

di Sonia Montrella
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