RISERVE FOREX: E' ANCORA RECORD
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RISERVE FOREX: E' ANCORA RECORD

RISERVE FOREX: E' ANCORA RECORD

Economia
RISERVE FOREX: E' ANCORA RECORD
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Pechino, 12 lug.- Nuova impennata nelle riserve in valuta estera detenute dalla Cina: secondo quanto reso noto oggi dalla Banca centrale cinese, alla fine di giugno le riserve hanno toccato la cifra record di 3197 miliardi di dollari, segnando così un nuovo primato. Le riserve valutarie cinesi sono ormai equivalenti a circa il 50% del PIL nazionale e circa il triplo di quelle detenute da ogni altra nazione. I dati diffusi da People's Bank of China mostrano un incremento del 30.3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e anche un notevole aumento rispetto allo scorso trimestre, quando le riserve forex del Dragone avevano toccato quota 3044 miliardi di dollari. 

 

 

Le riserve cinesi, già da tempo le più vaste al mondo, continuano ad aumentare sostenute dagli ingenti investimenti diretti dall'estero e dai vastissimi surplus commerciali riportati da Pechino, ma anche grazie ai continui afflussi di "hot money", capitali che affluiscono per brevi periodi di tempo con fini evidentemente speculativi.

 

 

Ma le riserve rappresentano anche un indicatore fondamentale per controllare le manovre della Banca centrale sul mercato valutario, in quanto riflettono gli acquisti di moneta straniera tesi a stabilizzare lo yuan-renminbi. Inoltre, vanno ad aggiungersi alla già notevole pressione inflazionaria che la Cina sta affrontando da tempo, e che a giugno ha condotto l'indice dei prezzi al consumo ad un aumento del 6.4%, segnando il record degli ultimi tre anni (questo articolo): "Stiamo accumulando troppa valuta estera e non sappiamo come sterilizzare il corrispondente aumento di liquidità sul mercato interno" aveva avvertito ad aprile il governatore della Banca centrale Zhou Xiaochuan, nel corso di un seminario all'Università Tsinghua di Pechino.

 

 

Ma, ovviamente, non c'è solo un risvolto interno: gran parte delle riserve valutarie vengono investite per acquistare titoli di debito pubblico straniero, soprattutto statunitense. "Se l'Europa è in difficoltà l'aiuteremo - aveva dichiarato due settimane fa il premier cinese Wen Jiabao durante la sua visita in Germania - la Cina è disposta ad aiutare i Paesi a seconda delle loro necessità acquistando una certa quantità del loro debito pubblico" (questo articolo). Un'affermazione particolarmente significativa in queste ore, mentre la crisi del debito pubblico europeo minaccia nuovi, catastrofici effetti, soprattutto sull'Italia.

 

 

Nonostante il Dragone non riveli mai l'esatta composizione delle sue riserve Forex, nel settembre dello scorso anno (quando la valuta estera in mano cinese si attestava ancora intorno ai 2450 miliardi di dollari) anonime fonti governative citate dal China Securities Journal rendevano noto che la stragrande maggioranza di esse (65%) era da ritenersi denominata in dollari, seguiti a una certa distanza da bond europei (26%), sterline britanniche (5%) e yen giapponesi (3%), cifre in linea con le proiezioni di economisti e analisti occidentali.  

 

 

Secondo i dati forniti da Pechino, la Cina detiene attualmente tra il 13% e il 14% del debito pubblico italiano. Ma è impossibile sapere se i dati cinesi si riferiscano all'intero debito pubblico oppure ai soli Btp. 

 

 

di Antonio Talia

 

 

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