Pechino, 19 set. - Crescono i rischi di una crisi del sistema bancario in Cina, secondo l'ultimo rapporto trimestrale della Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali. A segnalare il rischio è un'eccessiva crescita del credito rispetto al prodotto interno lordo, a quota 30,1, contro il valore di 25,6 totalizzato nello stesso periodo dello scorso anno. Quello cinese è il rapporto più alto tra i Paesi presi in considerazione dall'istituto di Basilea. Il Canada è al secondo posto, con un livello di 12,1. Un rapporto superiore a dieci implica un segnale di potenziale pericolo per il sistema bancario di un Paese e la possibilità che si possa verificare una crisi del sistema finanziario nell'arco dei successivi tre anni, anche se altri analisti bancari non ritengono imminente una crisi del sistema bancario in Cina.
L'economia cinese ha dato segnali di stabilizzazione nel secondo trimestre, in crescita del 6,7%, e l'espansione del credito nel mese di agosto ha superato le stime degli analisti. L'aggregato finanziario sociale cinese ha toccato quota 1470 miliardi di yuan (220 miliardi di dollari) molto al di sopra delle attese, mentre i nuovi prestiti in yuan hanno raggiunto i 948,7 miliardi (142,2 miliardi di dollari) con prestiti a medio e lungo termine, soprattutto per mutui, pari a 528,6 miliardi di yuan. In crescita al di sopra delle aspettative anche la massa circolante M2, che ha segnato un incremento dell'11,4% contro stime del 10,5%.
19 SETTEMBRE 2016
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