Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 13 giu. - I nuovi segnali di rallentamento della locomotiva cinese non scalfiscono le previsioni di crescita per il secondo trimestre 2016. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Ufficio Nazionale di Statistica cinese, nei primi cinque mesi dell'anno, gli investimenti in capitale fisso di Pechino sono cresciuti del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2015, contro un'aspettativa di crescita di quasi un punto percentuale più alta, al 10,5%. Rallentano anche gli investimenti delle imprese private, al 3,9% nello stesso periodo, contro una crescita del 5,2% tra gennaio e aprile 2016. Lieve calo anche per le vendite al dettaglio, che rallentano a un 10% di crescita a maggio contro un aumento del 10,1% ad aprile, mentre rimane invariato a maggio rispetto al mese precedente il tasso di crescita della produzione industriale, al 6% a maggio.
Le previsioni per il secondo trimestre rimangono positive per Pechino. La crescita nel periodo compreso tra aprile e giugno dovrebbe rimanere stabile secondo le previsioni dell'Ufficio Nazionale di Statistica cinese, nonostante il calo delle esportazioni per le incertezze dell'economia globale e le pressioni a cui è sottoposta l'economia interna. Nel primo trimestre 2016, la Cina era cresciuta del 6,7%, in linea con l'obiettivo di crescita a fine anno compreso tra il 6,5% e il 7%.
Ad addensare le nubi sul panorama economico cinese è intervenuto, invece, il Fondo Monetario Internazionale. Nel fine settimana, da Shenzhen, il vice managing director dell'istituto di Washington, David Lipton, ha lanciato l'allarme sui debiti delle aziende, che secondo le ultime stime del Fmi sono oggi al 145% del prodotto interno lordo cinese. Il problema, ha affermato il numero due del Fondo, "deve essere affrontato immediatamente" da Pechino e con l'impegno a "serie riforme" per evitare il rischio di possibili ricadute sull'economia globale.
13 GIUGNO 2016
@Riproduzione riservata