Rallenta Pil III trimestre, +6,9%, al minimo dal 2009
Di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 19 ott. - Rallenta ancora la locomotiva cinese, che cresce del 6,9% nel terzo trimestre di quest'anno, anche se l'ultimo dato rimane al di sopra delle aspettative degli analisti, che ritenevano il valore della crescita per il periodo compreso tra luglio e settembre scorsi tra il 6,7% e il 6,8%. Il dato di oggi rimane il tasso di crescita più basso dal primo trimestre 2009, all'inizio della crisi finanziaria globale, quando la crescita cinese aveva segnato un aumento del 6,2%, e poco al di sotto del livello dei primi due trimestri, in cui il prodotto interno lordo della Cina aveva centrato la quota del 7% di crescita, che nelle stime di inizio anno del governo, rimane l'obiettivo da raggiungere, anche se con margini di flessibilità al di sotto e al di sopra di questa soglia.
A trainare la crescita cinese, è stata soprattutto la tenuta del settore dei servizi, che da luglio a settembre ha registrato su base trimestrale un aumento dell'11,9% contro il 12,1% registrato tra aprile e giugno. Il rallentamento cinese è meno pronunciato del previsto, nonostante i crolli di Borsa della scorsa estate, ma l'economia cinese viene data in costante declino dagli analisti, che attendono nuovi investimenti in infrastrutture per stimolare la ripresa, e un nuovo taglio ai tassi di interesse entro fine 2015 da parte della banca centrale cinese, dopo i cinque tagli che ci sono succeduti a partire da novembre 2014. A minare la crescita, sono soprattutto il settore manifatturiero - in continuo rallentamento e a settembre ai minimi degli ultimi sei anni e mezzo - e l'indebolimento della domanda esterna.
Gli ultimi dati rilasciati dall'Ufficio Nazionale di Statistica su base mensile segnalano il protrarsi del rallentamento cinese. A settembre, la produzione industriale cinese ha segnato un aumento del 5,7%, al di sotto delle aspettative del 6% e ai minimi dal 2008. Positivo, invece, il dato del retail: le vendite al dettaglio hanno segnato un aumento del 10,9%, di poco al di sopra del 10,8% di agosto scorso. In calo nei primi nove mesi dell'anno, gli investimenti in fixed-asset, che hanno segnato un aumento del 10,3%, a 39450 miliardi di yuan (circa 6200 miliardi di dollari) mentre l'attesa era per un aumento del 10,8%. I dati dell'Ufficio Nazionale di Statistica includono tutti gli investimenti di valore non inferiore ai cinque milioni di yuan (circa 800mila dollari). In modesta ripresa, invece, il settore immobiliare, dove gli investimenti, da gennaio a settembre, sono cresciuti del 7,5% in termini di superfici acquistate, contro il 7,2% di aumento su base annua da gennaio ad agosto scorso.
Nomisma, prosegue aggiustamento verso domanda interna
"I dati sul Pil cinese nel terzo trimestre, che come al solito escono a poche settimane dalla fine del periodo di riferimento, sono apparentemente contradditori". Lo sottolinea Andrea Goldstein Managing Director di Nomisma. "Da un lato, secondo il National Bureau of Statistics la crescita reale, al 6,9% rispetto allo scorso anno (e al 1,8% sul trimestre precedente) e' la piu' bassa da inizio 2009; dall'altro e' superiore a quanto atteso dal mercato. Un risultato ascrivibile ai servizi, in particolare al settore finanziario. Insomma, malgrado il crash borsistico di meta' anno, sembra proseguire l'aggiustamento della seconda economia mondiale verso il terziario e la domanda interna. Prosegue pero' la dinamica deflazionaria (tanto che la crescita nominale, al 6,2%, non solo e' molto inferiore a quella reale, ma soprattutto e' in franca decelerazione rispetto al 7,1% del secondo trimestre 2015)", conclude Goldstein.
19 OTTOBRE 2015
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