RALLENTA IL MANIFATTURIERO, PREOCCUPA L'INFLAZIONE
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RALLENTA IL MANIFATTURIERO, PREOCCUPA L'INFLAZIONE

RALLENTA IL MANIFATTURIERO, PREOCCUPA L'INFLAZIONE

Economia
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Roma, 1 feb – Ralllenta il manifatturiero cinese. Ad evidenziarlo sono i dati pubblicati dalla China federation of logistics and purchasing, secondo cui l'indicatore ufficiale del settore, il purchasing managers index (PMI), a gennaio si è attestato al 52,9 contro il 53,9 di dicembre. Un risultato che smentisce le previsioni degli analisti che lo avevano fissato al 53,5. Ma sebbene si tratti del dato più basso registrato negli ultimi cinque mesi, non sembra destinato a preoccupare più di tanto il Dragone: il PMI, che è basato su diversi fattori (tra cui nuovi ordini, produzione, consegne, etc.), mostra infatti un'espansione quando si attesta sopra il 50 ed indica invece un mercato in contrazione al di sotto di questo risultato. CFLP ha poi fatto sapere che il costo degli input (input price) – principale indicatore del livello di inflazione del settore - si è attestato al 69,3, in salita rispetto al 66,7 di dicembre. Un risultato che non fa che confermare la persistenza delle pressioni inflazionistiche. Un punto su cui concordano anche le  statistiche non ufficiali elaborate dall' Hong Kong and Shanghai Banking Corporation Limited. In netto contrasto con le statistiche ufficiali, HSBC segnala una crescita al 54,5 del PMI rispetto al 54,4 di dicembre, ma si affianca a CFLP per quanto riguarda il prezzo degli input. Valori diversi rispetto a quelli ufficiali – HSBC registra un calo dal 72,3 di dicembre al 71 di gennaio - ma comunque allarmanti. Essendo il valore dei prezzi ancora molto alto, fanno sapere da HSBC, è probabile che Pechino continuerà a introdurre misure restrittive. "L'incremento dei requisiti di riserva obbligatoria delle banche resta lo strumento politico più efficace" sostiene Qu Hongbing principale economista del gruppo HSBC. Una misura cui il governo di Pechino e la Banca centrale hanno fatto ricorso per ben sei volte nel 2010 nel tentativo di ridurre la quantità di denaro circolante. Il provvedimento deciso anche nella seconda metà di gennaio, potrebbe essere impugnato ancora: "Il costo della vita è ancora alto, più alto di quanti molti si aspettassero, e può crescere ancora – ha fatto sapere lunedì da Tokyo il governatore della Banca centrale Zhou Xiaochuan -,quindi potrebbe essere necessario adeguare ulteriormente i requisiti di riserva obbligatoria delle banche, al fine di drenare la troppa liquidità in circolazione" (questo articolo)
di Sonia Montrella

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