Un aumento senza precedenti del tasso di litigiosità: secondo la Corte Suprema del Popolo, il più importante tribunale del sistema giudiziario cinese, le cause di lavoro intentate nel 2008 sono quasi raddoppiate rispetto all'anno precedente. "Molte compagnie hanno licenziato impiegati, tagliato salari e bonus, oppure hanno semplicemente lasciato i dipendenti a casa, senza stipendio- ha dichiarato il vice-presidente della Corte, Shen Deyong- e questo ha causato un aumento delle dispute". Secondo i dati diffusi dalla Corte le cause sono aumentate del 95% in un anno in tutto il paese, ma in alcune province costiere del sud e dell'est, tradizionalmente le zone più sviluppate, i casi sarebbero addirittura triplicati. Le ultime statistiche ufficiali mostrano che la crisi globale ha lasciato senza lavoro circa 20 milioni di immigrati interni provenienti dalle zone più povere e remote della nazione, ma la recessione che sta colpendo anche la Cina potrebbe non essere l'unica spiegazione di questa impennata: sono in molti, infatti, a sostenere che ci sia una relazione con la nuova legge sul rapporto di lavoro entrata in vigore il primo gennaio 2008, che contiene numerose garanzie in più rispetto al passato. La nuova norma, ad esempio, sancisce doveri come l'obbligo per il datore di lavoro di offrire contratti a tempo indeterminato ai dipendenti che abbiano prestato servizio presso la stessa compagnia per più di dieci anni o già completato due contratti di lavoro a tempo determinato. Ma da Pechino fanno sapere che la norma, internazionalmente nota come Labour Contract Law, non si cambia: Xin Chunying, direttore del gruppo affari legislativi del Comitato Permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo -in pratica uno dei più importanti legislatori del paese-, ha illustrato una ricerca secondo la quale la nuova legge avrebbe aumentato i costi del lavoro solo del 2%. "Non sospenderemo l'efficacia della Labour Contract Law, perché non c'è alcun legame tra la legge e l'impatto della crisi economica" ha dichiarato Xin, rispondendo così indirettamente a tutti i funzionari locali che chiedevano la sospensione o addirittura l'abrogazione della legge. Ma come spiegare, allora, l'aumento vertiginoso del numero di cause in un solo anno? Secondo l'avv. Roberto Salvi, esperto di diritto del lavoro presso lo studio legale Chiomenti a Pechino, le spiegazioni sono molteplici: "La prima è che una causa, oggi, è gratuita. È stata emanata una legge, che non è la Labour Contract Law, che sancisce la gratuità di una causa del genere, ed estende i termini fino ad un anno dal momento in cui la violazione è venuta a conoscenza della parte lesa, che sia il dipendente o il datore di lavoro. L'altra ragione è tutta l'attività di informazione che il governo ha fatto sulla Labour Law, anche tramite i media e il sindacato. Infine, com'è ovvio, tantissime società hanno dovuto diminuire il personale per via della crisi economica". Cosa può fare allora il datore di lavoro, specie straniero, per evitare di trovarsi di fronte a una sequela di cause? "La prima misura da prendere in considerazione è una redazione accurata del contratto di lavoro- dice Salvi- nella quale vengano previsti nel dettaglio i diritti e i doveri delle parti e le sanzioni in caso di violazione. Solo così si possono evitare brutte sorprese". Brutte sorprese che, ad esempio nel caso di licenziamento illegittimo, possono arrivare fino al doppio dell'indennità che si sarebbe dovuta corrispondere normalmente.