Pechino, 16 apr.- Si è allungata a 760 morti e più di 11mila feriti la lista delle vittime del terremoto che ha colpito mercoledì scorso il Qinghai, la remota provincia della Cina centrale, ai confini con la Regione Autonoma del Tibet. Al momento si contano ancora centinaia di dispersi e circa 100mila senzatetto; l'epicentro del sisma è stato localizzato nella prefettura di Yushu, una zona che si trova a 4mila metri d'altezza sull'altopiano tibetano: il malessere dovuto alla mancanza di ossigeno a queste altitudini e i forti venti che soffiano nell'area in questa stagione stanno rendendo le operazioni di soccorso ancora più difficoltose. Sulla strada che separa Yushu dalla capitale della provincia Xining, sono in corso tempeste di sabbia che in alcuni tratti riducono la visibilità a cento metri. "C'è urgente bisogno di tende, indumenti caldi e derrate alimentari - ha dichiarato Zou Ming, uno dei responsabili dei soccorsi - e la situazione dei trasporti è ancora molto difficile". Il premier Wen Jiabao è atterrato ieri nella zona: "Finché c'è anche la minima speranza, continueremo a fare tutti gli sforzi necessari per salvare vite umane, - ha detto Hu in un discorso alla popolazione - il disastro che vi ha colpito è il nostro disastro. La vostra sofferenza è la nostra sofferenza". Il primo ministro ha rimandato un viaggio in Birmania, Brunei e Malaysia in programma per la prossima settimana; il presidente Hu Jintao è rientrato con un giorno d'anticipo dal vertice dei paesi BRIC in corso in Brasile. Secondo le prime stime, a Gyegu, una cittadina da 100 mila abitanti tra le più colpite dal sisma, l'85% degli edifici è crollato, così come circa il 75% delle scuole della zona; lo stadio di Yushu è stato trasformato in un ospedale da campo, mentre si cerca di spostare i feriti più gravi a Xining nonostante le avverse condizioni meteorologiche e le strade dissestate. Il governo centrale ha già stanziato circa 200 milioni di yuan (quasi 22 milioni di euro) per fronteggiare l'emergenza. Quello del Qinghai è il peggiore terremoto che colpisce la Cina negli ultimi due anni, dopo il terribile sisma che nel maggio 2008 devastò la vicina provincia del Sichuan, causando la morte di quasi 90mila persone.