PROTESTE A HK DOPO DIVIETO DI FOTO DI D&G

Pechino, 9 gen.- Proteste a colpi di slogan e flash per la boutique di Dolce & Gabbana di Hong Kong. Centinaia di persone sono scese in strada nel fine settimana per manifestare il proprio disappunto dopo che la scorsa settimana un addetto alla sicurezza del negozio del colosso del lusso italiano aveva impedito a un ragazzo di fotografare la vetrina.
La vicenda, raccontata dal fotografo su Facebook, ha fatto infuriare il web: più di 17mila internauti hanno espresso solidarietà e sostegno, aderendo in parte ad alcune manifestazioni organizzate negli ultimi giorni.
Due pesi, due misure: a gettare benzina sul fuoco è stato soprattutto un fattore discriminatorio. Secondo i manifestanti, l'uomo della security avrebbe spiegato che il divieto di foto sarebbe rivolto solo ai cittadini dell'ex colonia britannica, mentre i turisti cinesi sarebbero esenti dalla restrizione. Ai giornali locali, nei giorni successivi all'incidente, la boutiqueha spiegato che la misura è stata adottata per contrastare il fenomenodella contraffazione e per proteggere la proprietà intellettuale. Restada chiarire però il motivo della discriminazione.
"Non è questione di foto, ma di razzismo" scrive un netizen suFacebook. "Non vogliamo essere colonizzati di nuovo" si legge in unaltro post. E ancora: "Se Dolce&Gabbana discrimina gli hongkonghesidovrebbe trasferire altrove le sue attività". Insomma, la spiegazione fornita dal flagship non convince gli hongkonghesi che in 800, secondo alcuni cronisti, si sono riuniti domenica a Canton Road per manifestare davanti al monomarca al grido di "Go away" e scattare foto alla vetrina (questo video). "Questa è una vera e propria discriminazione contro gli abitanti di Hong Kong. Equivale a privarli della loro libertà. Non ho mai preso parte a una protesta ma questa volta è davvero troppo" ha commentato Eleine Ngan, insegnante di 31 anni, tra i manifestanti di Canton Road. "E' vergognoso che ci venga proibito di scattare foto in un luogo pubblico" ha dichiarato un altro manifestante. Lo stesso governo della città-porto, in un comunicato on-line, ha ricordato agli affittuari che quello di Canton Road è suolo pubblico.
Sostegno alla vittima anche dai legislatori: "Non ci vedo nulla di sbagliato" ha detto Huen Wong, ex presidente della Law Society di Hong Kong. "Le persone sono libere di fotografare le vetrine dei negozi per uso personale". "Una cosa è fotografare, un'altra copiare. Il modo in cui il negozio espone la merce rientra in qualche modo nella proprietà intellettuale perciò qualora qualcuno dovesse copiare violerebbe la legge" spiega Huen Wong.
Mentre ad Hong Kong le proteste proseguono per il terzo giorno consecutivo, l'ufficio stampa di Dolce&Gabbana Italia, contattato da Agichina24, non si è ancora reso disponibile per rispondere alle domande.
di Sonia Montrella
©Riproduzione riservata