Calano drasticamente i profitti delle maggiori industrie cinesi: secondo i dati diffusi venerdì dall'Ufficio Nazionale di Statistica, nel periodo di gennaio- febbraio i profitti complessivi delle maggiori industrie cinesi- quelle che ogni anno ricavano sopra i 500 miliardi di yuan (circa 54 miliardi di euro)- si sono attestati a quota 219 miliardi di yuan (circa 23.9 miliardi di euro), registrando così un calo del 37%. A essere i più colpiti dalla crisi sono i produttori di alluminio e altri metalli non ferrosi, che hanno assistito a una perdita netta di 1.9 miliardi di yuan (circa 206 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. L'industria dell'acciaio ha perduto 770 milioni di yuan (circa 83 milioni di euro), anche se i principali produttori sostengono di avere comunque retto all'onda d'urto della crisi globale. I 4mila miliardi di yuan (circa 464 miliardi di euro) del piano straordinario varato da Pechino per contrastare la crisi dovrebbero iniettare liquidità nell'economia attraverso la spesa pubblica. Il governo ha inoltre annunciato piani d'aiuto per 10 industrie, inclusa quella elettronica, dell'acciaio, automobilistica e navale, che dovrebbero consistere, tra l'altro, in tagli alle tasse e prestiti per migliorare la tecnologia. Ma, come si sa, la crescita dell'ultimo trimestre del 2008 si è rallentata fino a un +6.8%, quasi la metà del +13% dello stesso periodo del 2007, soprattutto a causa di un calo delle esportazioni e della domanda internain settori come quello immobiliare e automobilistico. Nonostante l'esortazione al "Bao ba"- "difendiamo l'8%"- lanciata dal premier Wen Jiabao nel corso dell'ultima Assemblea Nazionale del Popolo, il mese scorso, molti osservatori indipendenti ritengono che la Cina nel 2009 crescerà "solo" del 5%, il miglior risultato mondiale, ma sempre troppo poco per il colosso asiatico. Altre industrie duramente colpite sono quella petrolifera (Petrochina, il maggior produttore cinese, riferisce di un calo del 22%) e quella energetica. Le statistiche cinesi si riferiscono abitualmente ai mesi di gennaio-febbraio come ad una sola unità a causa della lunga vacanza del Capodanno Cinese che, essendo basata sul calendario lunare, cade ogni anno in periodi diversi, rendendo difficoltosi i raffronti mese su mese.