Pechino, 13 agosto - Uno stop alla produzione di acciaio nei prossimi tre anni per salvare l'industria siderurgica cinese.
Li Yizhong, ministro della Tecnologia dell'Industria e dell'Informazione, ha annunciato il piano del Governo per limitare i danni causati dall'eccessiva capacità produttiva del settore e la contemporanea diminuzione della domanda. Per il 2009 le stime ufficiali parlano di una produzione di 660 milioni di tonnellate di acciaio, mentre la domanda, secondo le previsioni, non supererà i 470 milioni. Nella sola provincia dello Hebei, una delle più produttive nel settore, l'acciaio dovrà passare dalle attuali 120 milioni di tonnellate ad 80 milioni di tonnellate nei prossimi due anni.
La Cina è il principale produttore mondiale di acciaio; nel mese di luglio ha prodotto 50 milioni di tonnellate, segnando un aumento su base annua del 12,69%. Ma già dall'inizio del 2009 le spedizioni via nave erano dimezzate e si era verificata una flessione significativa del mercato interno. Oltre ad una diminuzione globale della domanda a causa della crisi economica, l'Unione Europea ha confermato l'imposizione di pesanti dazi sull'acciaio cinese, la cui concorrenza danneggiava le altre acciaierie europee. L'annuncio del Ministero della Tecnologia dell'Industria e dell'Informazione sarà seguito a settembre dalla pubblicazione di un ampio piano di riforma e innovazione del settore industriale, che conterrà nuove regolamentazioni sulla conservazione e l'emissione di energia negli impianti chimici e siderurgici, nella speranza di aiutare il settore dell'industria metallurgica cinese.