PROCESSO A PORTE CHIUSE PER L'ARTISTA DISSIDENTE AI WEIWEI

PROCESSO A PORTE CHIUSE PER L'ARTISTA DISSIDENTE AI WEIWEI

 

di Sonia Montrella

 

Roma, 29 mar.- Fuori la stampa e il pubblico: il processo all'artista-dissidente Ai Weiwei si svolgerà a porte chiuse. Lo ha riferito lo stesso Ai, che ha raccontato alla Reuters di aver ricevuto martedì la notifica datata 23 marzo da parte dell'Ufficio tasse. Sarà un processo scritto, senza testimoni e senza dibattimenti, spiega l'archistar autore, tra le altre cose, dello stadio Nido d'uccello di Pechino e accusato di aver evaso le tasse con la Beijing Fake Cultural Development, la factory artistica che produce le sue opere. Un accusa per cui Ai Weiwei sarebbe condannato a pagare una multa pari a 15 milioni di yuan, senza però  aver avuto modo di visionare i documenti che provano la sua colpevolezza. Così come è stato negato a Pu Zhiqiang, avvocato del dissidente.

 

Arrestato lo scorso aprile e detenuto per 81 giorni, per molti l'accusa mossa all'artista non sarebbe altro che un pretesto per 'imbavagliare' una delle voci più scomode del Paese che in più occasioni non ha esitato a criticare il governo cinese. Quello di Ai è diventato un vero e proprio caso mediatico tanto da attirare l'attenzione (e le critiche) dell'intera comunità internazionale e dei sostenitori dell'artista che, con una colletta comune, hanno raccolto 9 milioni di yuan per saldare il debito finanziario dell'archistar.

 

"Inconcepibile" così Ai Weiwei ha commentato il processo a porte chiuse che lo attende. "Quale Paese ha paura di affrontare i suoi contribuenti?" si chiede l'archistar. "Non capisco quale sia il problema. Se sono colpevole perché hanno paura di agire con trasparenza?".

 

Per Pu Zhiqiang, è un "brutto segno". "Tutto mi lascia pensare che la questione dell'evasione delle tasse sia solo una forma di persecuzione condotta congiuntamente dall'Ufficio Tasse e dagli organi di Sicurezza sociale".

 

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