Pechino, 21 settembre - Sono tredici le compagnie che hanno ottenuto dalle authority cinesi il via libera alla quotazione presso il GEM (Growth Enterprise Market), il listino stile Nasdaq che potrebbe aprire le contrattazioni presso la Borsa di Shenzhen già dal mese prossimo. Di queste, dieci hanno già reso disponibile il prospetto informativo agli investitori e lanceranno le Offerte Pubbliche Iniziali venerdì prossimo, mentre altre compagnie potrebbero ottenere l'approvazione nel corso di questa settimana. Le compagnie, attive in settori che vanno dall'hi-tech al farmaceutico, puntano ad emettere circa 246 milioni di azioni e ottenere sottoscrizioni per 2 miliardi di yuan (circa 200 milioni di euro). Per ottenere il semaforo verde alla quotazione presso il Growth Enterprise Market, le società hanno dovuto dimostrare un profitto netto minimo di 10 milioni di yuan (circa un milione di euro) negli ultimi due anni, o di 5 milioni di yuan (circa 500 mila euro) nell'ultimo anno, presentare i libri contabili degli ultimi tre anni e possedere assets netti per almeno 20milioni di yuan (circa 2milioni di euro). Si tratta di dimensioni nettamente inferiori rispetto ai giganti della scena borsistica cinese, dominata dalle imprese di stato, ma l'obiettivo dichiarato del GEM è proprio quello di consentire alle start-up attive nel settore dell'hi-tech di beneficiare degli investimenti dei piccoli azionisti cinesi. Paragonato fin dalla sua ideazione al Nasdaq, il GEM punta anche a non ripeterne gli errori ed evitare il riproporsi delle speculazioni che colpirono le compagnie della cosiddetta "new economy" alla fine degli anni '90 negli Usa. Se infatti i requisiti di accesso al listino sono considerevolmente più esclusivi di quelli che provocarono la bolla in America, la Commissione Cinese per la Regolamentazione dei Titoli ha anche fissato margini di profitto più bassi, che si aggirano tra un terzo e un sesto del livello minimo delle borse cinesi più importanti. Gli investitori stranieri, inoltre, vengono generalmente esclusi dalle contrattazioni di titoli emessi in valuta cinese.