Prima emissione di bond per l'Fmi
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Prima emissione di bond per l'Fmi

Prima emissione di bond per l'Fmi

Strategie anti-crisi. Obbligazioni a 5 anni senza un limite massimo - I Bric hanno prenotato 80 miliardi di dollari
di lettura
Alessandro Merli
Il Fondo monetario ha approvato la prima emissione di obbligazioni della sua storia. L'operazione fa parte dello sforzo per triplicare le risorse a sua disposizione a 750 miliardi di dollari da destinare ai paesi colpiti dalla crisi globale. L'emissione di bond era stata chiesta dai Bric (Brasile, Russia, India e Cina), che si sono impegnati a sottoscriverli e rientra in una serie di azioni da parte delle grandi economie emergenti per acquisire maggior influenza nell'istituzione. «Questo nuovo strumento - ha detto soddisfatto il direttore generale Dominique Strauss-Kahn - rafforzerà ulteriormente la capacità del Fondo di offrire rapida assistenza agli stati membri».
Il consiglio esecutivo ha varato il provvedimento ieri in serata. I bond saranno denominati in diritti speciali di prelievo (Sdr), la valuta di riserva dell'Fmi composta da un paniere delle principali monete, e avranno una durata massima di 5 anni. I titoli potranno essere scambiati fra banche centrali, tesorerie e 15 istituzioni multilaterali. Non è stato fissato un tetto: ogni stato membro deciderà l'ammontare massimo che intende acquistare. L'emissione partirà dopo che verrà concluso il primo accordo di acquisto con un paese membro.
La Cina ha annunciato di voler comprare obbligazioni fino a 50 miliardi di dollari, Brasile, Russia e India fino a 10. I paesi emergenti hanno insistito per finanziare il Fondo attraverso l'acquisto di bond per non dover seguire i meccanismi già esistenti utilizzati dai paesi industriali, che finora si sono impegnati a contribuire per circa 350 miliardi di dollari (100 miliardi a testa arriveranno da Stati Uniti, Unione europea e Giappone): questi infatti rispondono a regole che, secondo i Bric, consegnano il potere decisionale nelle mani delle potenze tradizionali.
I quattro grandi emergenti hanno inoltre sostenuto negli ultimi mesi, fino a una dichiarazione ufficiale nel vertice di Ekaterinburg due settimane fa, la necessità di rendere il sistema monetario internazionale meno dipendente dal dollaro. Una delle alternative prospettate sono proprio i diritti speciali di prelievo. La Cina ha chiesto che se ne parli al summit del G-8 della prossima settimana a L'Aquila. La notizia, trapelata ieri, ha contribuito a indebolire il dollaro. L'emissione dei bond del Fondo denominati in Sdr contribuirà al rilancio di questa moneta-paniere lasciata nel dimenticatoio per decenni. Il pacchetto di decisioni adottate dall'ultimo vertice del G-20 a Londra (dove erano rappresentati i paesi del G-7 e i grandi emergenti) comprende anche un'allocazione di Sdr, pari a 250 miliardi di dollari, a tutti i 185 paesi membri dell'Fmi, operazione che ne decuplicherà l'ammontare.
Nel tentativo di avere un peso all'interno dell'Fmi pari a quello che hanno acquisito negli ultimi anni le rispettive economie, i Bric hanno anche ottenuto a Londra che venga anticipata al gennaio 2011 la revisione delle quote del Fondo.
Dall'inizio della crisi l'Fmi, sotto la guida di Strauss-Kahn ha assunto nuovamente una funzione cruciale nell'indicare i rimedi ai paesi avanzati (è stato il primo a predicare massicci stimoli fiscali e ha insistito sull'importanza di risanare i bilanci bancari come requisito per la ripresa) e nell'assistenza ai paesi in difficoltà. Finora ha annunciato prestiti per 157 miliardi di dollari, un livello che non era stato raggiunto nemmeno nella crisi del Sudest asiatico di fine anni 90. Le attuali risorse di 250 miliardi di dollari potrebbero però non bastare se dovesse esserci una recrudescenza della crisi. Il Fondo ha inoltre cercato di flessibilizzare i suoi strumenti di intervento, dopo che, proprio in occasione della crisi asiatica, era stato accusato di aver aggravato la situazione imponendo misure draconiane. Ha anche, per la prima volta, concesso prestiti a scopo precauzionale a paesi (Messico, Colombia e Polonia) con politiche economiche in ordine, ma che potrebbero essere ugualmente investiti dalla crisi globale.
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Il board del Fondo monetario internazionale ha approvato ieri la prima emissione obbligazionaria della sua storia. Alla vigilia avevano annunciato la volontà di partecipare all'asta i paesi del gruppo dei Bric, vale a dire Brasile, Russia, India e Cina. Altre risorse arriveranno tramite prestiti da Usa, Ue e Giappone
Risorse
Con la prima emissione obbligazionaria il Fondo monetario internazionale raggiungerà l'obiettivo di triplicare i suoi stanziamenti
Doppia posta
I paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) hanno tutti promesso di comprare obbligazioni del Fondo, come parte dell'impegno del G-20 di portare le risorse dell'Fmi a 750 miliardi di dollari. Dietro la decisione di partecipare all'asta c'è anche la crescente voglia di protagonismo dei Bric
L'operazione
I bond Fmi possono essere venduti solo a banche centrali e governi, saranno denominati in Sdr (diritti speciali di prelievo - la moneta del Fondo) e avranno una durata massima di cinque anni. Ogni stato membro è libero di fissare un limite ai propri acquisti, non è previsto quindi un tetto complessivo

02/07/2009
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