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Pechino. 8 set.- Mentre si attendono con timore i dati ufficiali sull'inflazione del mese di agosto - che dovrebbero essere diffusi venerdì - in Cina i prezzi dei generi alimentari continuano a salire: le ultime statistiche settimanali pubblicate dal ministero del Commercio martedì scorso mostrano che nella settimana che si è conclusa domenica scorsa il costo della carne di maiale - la più consumata sulle tavole cinesi - è cresciuto dello 0.4%, a un ritmo più elevato rispetto al + 0.3% registrato nei sette giorni precedenti.
Secondo i dati del ministero, la carne di maiale ha raggiunto la scorsa settimana un nuovo record, toccando i 26.22 yuan a chilogrammo (quasi tre euro), e segnando così la quarta settimana consecutiva di rincari di questo genere alimentare che costituisce da solo circa il 3% dei fattori sui quali viene calcolato l'indice dei prezzi al consumo. Contemporaneamente, anche i prezzi di ortaggi, olio, e riso sono aumentati, seppure a una velocità più ridotta, e il paese si avvicina alla festività di metà autunno - che cade lunedì prossimo – e alle porte incombe la Festa Nazionale di ottobre, una vacanza di una settimana nel corso della quale il costo della vita subisce tradizionalmente ulteriori rincari. I dati ufficiali pubblicati dall'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino mostrano che nel mese di luglio l'inflazione ha infranto un altro record, situandosi ai massimi da tre anni: con un aumento del 6.5% anno su anno, leggermente superiore al +6.4% conseguito nel mese di giugno, in Cina l'indice dei prezzi al consumo non era mai stato così alto dal giugno del 2008. Un copione già visto: a guidare gli aumenti del costo della vita sono ancora una volta i prezzi dei generi alimentari, che a luglio hanno registrato un aumento del 14.8% rispetto al + 14.4% riportato a giugno. Wang Yong, docente all'istituto di formazione della Banca centrale di Pechino, aveva dichiarato in una recente intervista al Wall Street Journal che il culmine dell'inflazione era già stato raggiunto a luglio, e che difficilmente il governo potrebbe decidere di intraprendere ulteriori misure monetarie restrittive prima della fine dell'anno. Dall'inizio del 2011 la Cina ha aumentato tre volte i tassi d'interesse e ha innalzato i requisiti di riserva obbligatoria delle banche per sei volte, in un tentativo di ridurre la liquidità in circolazione e diminuire le pressioni inflazionistiche. "L'inflazione rimane la priorità del governo" ha detto più volte il premier cinese Wen Jiabao nel corso dell'anno. Ma se anche i dati di agosto dovessero confermare i continui aumenti del costo della vita, il governo potrebbe trovarsi costretto ad attuare ulteriori misure. di Antonio Talia ARTICOLI CORRELATI
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