Dopo la Banca Mondiale, l'OECD: anche l'Organization for Economic Cooperation and Development rivede al rialzo le previsioni sulla crescita cinese. Secondo l'importante think-tank internazionale con base a Parigi, quest'anno Pechino assisterà ad una crescita del 7.7% anziché del 6.3% previsto nel marzo scorso. Il dossier, basato su dati aggiornati provenienti sia da agenzie statali che da economisti indipendenti, registra segnali di miglioramento in parecchi tra i principali indicatori dell'economia cinese, inclusi gl'investimenti in immobilizzazioni e la produzione industriale. "Un aumento del credito sta aiutando l'economia a guadagnare terreno, ma è di estrema importanza che i supervisori del settore finanziario mantengano uno stretto controllo sulla qualità delle decisioni delle banche", si legge nel rapporto. Un aumento della domanda dovrebbe migliorare le prestazioni del PIL cinese rispetto al +6.1% registrato nel primo trimestre 2009, ma l'OECD sottolinea anche che la crescita in Cina si manterrà al di sotto del +9% del 2008, e comunque non potrà raggiungere i risultati a due cifre degli anni scorsi. Si tratta della seconda importante revisione al rialzo delle previsioni sull'economia cinese dopo quella diffusa dalla Banca Mondiale la settimana scorsa, che ipotizzava per la Cina una chiusura del 2009 a +7.2%, contro il +6.5% stimato precedentemente. Il think tank di Parigi prosegue la sua analisi ipotizzando una crescita del 9.3% per il 2010, – ancora al rialzo rispetto alle stime di marzo, che prevedevano un + 8.5%- ma conclude sottolineando che la situazione per l'anno prossimo si prospetta ancora incerta. "Molto dipenderà dalla misura in cui la spesa e gli investimenti privati reagiranno ad una situazione economica più forte, senza l'accelerazione fiscale e monetaria provocata dal pacchetto di stimoli all'economia voluto dal governo cinese". Secondo le stime ufficiali il Pil cinese nel 2008 è cresciuto del 9%, la crescita più debole dal 2001 e il primo risultato al di sotto delle due cifre dal 2003. La leadership di Pechino punta ad una crescita dell'8% anche nel 2009, un risultato ritenuto da molti osservatori, ufficiali e indipendenti, come la soglia minima per mantenere sotto controllo l'economia del paese.