di Eugenio Buzzetti
Pechino, 27 nov. - Parte con l'annuncio di un'associazione inter-bancaria tra la Cina e sedici Paesi dell'Europa centrale e orientale, la visita di Li Keqiang, in Ungheria, dove il primo ministro cinese è atteso per il forum annuale dei capi di governo dei 16+1, ovvero sedici Paesi dell'area centro-orientale dell'Europa più la Cina, che parte oggi a Budapest. Oltre all'annuncio dell'associazione inter-bancaria, il viaggio di Li si concentrerà sui temi del commercio, degli investimenti e della connessione infrastrutturale all'interno dell'iniziativa Belt and Road lanciata dal presidente cinese, Xi Jinping, nel 2013. Secondo gli ultimi dati ufficiali pubblicati dall'agenzia Xinhua, la Cina e i Paesi Ceec (Central Eastern Europe Countries) hanno avuto scambi per 58,7 miliardi di dollari lo scorso anno, in crescita dell'11% rispetto al 2011, l'anno prima che prendesse vita il forum con i Paesi dell'Europa centro-orientale.
L'arrivo in Ungheria del premier cinese è stato preceduto da un editoriale a firma dello stesso Li Keqiang, pubblicato sul quotidiano The Hungarian Times, in cui Li ha sottolineato i progressi della cooperazione con i Paesi della regione in tutti i campi. Prima di partire per Budapest, il primo ministro cinese aveva sottolineato l'importanza della cooperazione con l'Europa centrale e orientale anche a colloquio con il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, in visita a Pechino: Li aveva auspicato che una forte relazione con la Francia possa aiutare i rapporti tra Cina e Unione Europea, e che il rapporto tra Pechino e i sedici Paesi dell'Europa centrale e orientale possa "contribuire allo sviluppo equilibrato dell'Unione Europea", parole simili a quelle pronunciate pochi giorni prima al presidente degli Consiglio Europeo, Donald Tusk, a margine dell'Asean-Eu summit di Manila.
Il pensiero espresso da Li Keqiang non viene condiviso da tutti in Europa. Anzi, il forum annuale dei 16+1 ha contribuito a fare inarcare più di un sopracciglio, tra i diplomatici europei, che vedono l'iniziativa come un tentativo di Pechino di estendere la propria influenza su un blocco di Paesi dell'Unione Europea con l'obiettivo implicito di guadagnare alleati all'interno dell'Ue: proprio sui progetti cinesi in Europa orientale, l'Ue ha dato un duro colpo a Pechino a febbraio scorso, con il blocco della ferrovia che collega Budapest e Belgrado, finanziato dalla Cina, sotto indagine per possibili violazioni delle leggi Ue sul public procurement.
L'influenza cinese in Europa orientale è però gradita a diversi Paesi del blocco: solo poche settimane fa il presidente macedone Gjorge Ivanov, in un'intervista al Telegraph, aveva apertamente detto che "l'Unione Europea sta lasciando la porta aperta a incursioni strategiche russe e cinesi nei Balcani per il suo fallimento a impegnarsi e a investire nella regione". Alle dichiarazioni forti corrisponde, però, una realtà più complessa, fatta di progetti a volte controversi e a volte interrotti. Proprio la Macedonia è al centro di un caso di questo tipo: a giugno scorso il gruppo SinoHydro aveva deciso di interrompere i progetti di tratti autostradali nel Paese per un totale di 574 milioni di euro finanziati da Export-Import Bank of China, una delle maggiori banche cinesi, a causa di una scarsa pianificazione e di problemi legati alla sicurezza dei progetti stessi che avrebbero fatto lievitare i costi di una delle due tratte di circa cento milioni di euro, secondo fonti del governo di Skopje
27 NOVEMBRE 2017
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