Si è aperto stamattina a Praga l'undicesimo summit Cina- Unione Europea: si tratta di una ripresa dei dialoghi regolari tra Pechino e Bruxelles dopo che il meeting precedente - in programma a Lione nel dicembre scorso- era stato annullato in seguito all'incontro del presidente di turno dell'Unione Nicolas Sarkozy con il Dalai Lama, che aveva suscitato una reazione sdegnata da parte delle autorità cinesi. Due i temi principali che la delegazione cinese capitanata dal premier Wen Jiabao affronterà con gli omologhi europei: la crisi finanziaria mondiale e un maggiore coinvolgimento della Cina nella lotta al riscaldamento globale. L'anno scorso il volume dei commerci bilaterali tra i due colossi ha superato per la prima volta i 400 miliardi di dollari: la UE rimane il più importante partner commerciale di Pechino e il più grande mercato per le sue esportazioni, e se è solo di recente che l'Unione è diventata la più grossa fonte di importazioni per la Cina, il Dragone rappresenta già da tempo il secondo partner commerciale per la Vecchia Europa. Gli scambi Pechino-Bruxelles hanno ovviamente risentito della crisi finanziaria globale e la Cina ha già annunciato che chiederà ancora il riconoscimento del proprio sistema come economia di mercato da pare dell'UE, uno status che garantirebbe alle imprese cinesi un trattamento maggiormente favorevole intorno alle procedure antidumping. Ma Cina ed Europa non discuteranno solo delle mosse da adottare in concerto per affrontare la crisi: il summit di Praga sarà fondamentale per capire le posizioni di Pechino in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici che si terrà a Copenaghen nel dicembre prossimo. La speranza dei funzionari europei è di muovere la Cina verso l'adozione di maggiori sforzi contro l'emissione di gas serra e nella difesa dell'ambiente.