Pechino spalanca le porte alle multinazionali straniere che vogliono stabilire il loro quartier generale nella capitale: il governo della prima città cinese ha emesso ieri un pacchetto di nuove norme che sostituiscono quelle del 1999 e saranno in vigore a partire dal mese prossimo. Con le nuove regole tutte le multinazionali straniere con un capitale sociale non inferiore ai 10 milioni di dollari –incluse quelle provenienti da Hong Kong, Taiwan e Macao- potranno stabilire a Pechino i loro quartieri generali per l'Asia, e beneficiare di una serie di agevolazioni. Se infatti la soglia minima di 30 milioni di dollari stabilita dalla precedente normativa è stata abbassata, la nuova legge garantisce sussidi per tre anni alle multinazionali con un capitale superiore ai 100 milioni di yuan (circa 10 milioni e 500mila euro). Se queste società dovessero poi riuscire a totalizzare entrate per 100 milioni di yuan, verrà loro accordato un bonus di incoraggiamento. Pechino allenta anche le regole sull'immigrazione: gli stranieri assunti dalle multinazionali che beneficeranno delle politiche preferenziali potranno ottenere un visto multi entrata per la Cina valido 5, 4 o 3 anni, a seconda del loro ruolo aziendale. "Il nostro obiettivo è di incoraggiare la presenza di questi quartieri generali e, nello stesso tempo, promuovere lo sviluppo del sistema legale, della finanza, delle assicurazioni e del commercio nella capitale" si legge nel comunicato del governo. Se Shanghai punta a scalzare Hong Kong come centro finanziario dell'Estremo Oriente, insomma, l'obiettivo dichiarato di Pechino è di diventare il punto di riferimento per l'Asia delle compagnie più importanti del mondo.