Roma, 23 lug.- Le società europee sono sempre più preoccupate all'idea di fare affari in Cina. Motivo principale: la difesa della proprietà intellettuale perseguita da Pechino. Ad assicurarlo nel corso di un evento ufficiale al Padiglione Ue dell'Expo di Shanghai è il commissario europeo per il Commercio Karel de Gutch, secondo cui le politiche di approvvigionamento dovrebbero essere molto "più flessibili e trasparenti". In particolare, la politica di Indigenous Innovation promossa dal governo cinese, così come è stata pensata, appare svantaggiosa per le aziende estere, che corrono il rischio di essere tagliate fuori dai settori dell'informatica e delle energie pulite. L'accesso agli appalti pubblici non è semplice e, per poter avere una chance, le compagnie europee sono costrette non solo a registrarsi come aziende cinesi, ma anche a rendere pubblica la loro proprietà intellettuale. Ed è proprio quest'ultima a rappresentare "Il cuore della nostra economia" secondo De Gutch, che ritiene più che comprensibili le perplessità sollevate dalle aziende europee. "Stiamo affrontando problemi sempre maggiori.
Dobbiamo tutelarci" ha continuato il commissario europeo, secondo il quale sono già in corso delle trattative con Pechino in cui l'Ue punta a una modifica delle condizioni di business - considerate impari - e a una maggiore reciprocità negli appalti pubblici. Una strada già percorsa dal cancelliere tedesco Angela Merkel che, la scorsa settimana, aveva esposto al premier cinese Wen Jiabao le stesse preoccupazioni. E dopo le perplessità, una rassicurazione per la Cina: De Gutch ha garantito che investire in Europa è ancora sicuro. I bond spagnoli e greci acquistati dal Dragone non sono in pericolo, anzi, conserveranno il loro valore. "Non c'è alcun rischio per i bond del tesoro comprati dalla Cina". Le parole del commissario europeo giungono in risposta ai dubbi apertamente manifestati da Pechino sulla scommessa europea di contenimento del debito, che espone a gravi rischi l'economia mondiale. Un'ipotesi che però non sembra spaventare il commissario Ue che, al contrario, si dichiara sicuro che il pacchetto salvataggio di 860 miliardi di euro sarà in grado di contenere la crisi. Nonostante ciò, la situazione continua a preoccupare la Cina che, secondo quanto affermato da De Gutch, avrebbe speso oltre 420 milioni di euro in bond spagnoli e greci.
Nel frattempo, a gettare benzina sul fuoco arrivano anche i fosfati chimici contro cui l'Ue ha avviato un' indagine antidumping. L'investigazione riguarderà tutti i prodotti importati che contengono il Tris(2-chloro-1-methylethyl)phosphate, usato soprattutto nei prodotti ignifughi. Il rapporto tra Pechino e Bruxelles, insomma, prosegue tra alti e bassi.
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