Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 31 mag. - Più Marx nelle sale universitarie per salvare il sistema economico socialista. E' il messaggio di una lettera firmata da alcune decine di economisti cinesi e inviata al Ministero dell'Educazione di Pechino per salvaguardare la "sicurezza ideologica" del Paese dalle influenze occidentali. La lettera chiede che almeno la metà dei corsi delle facoltà di economia riguardino le teorie economiche marxiste, invece che solo una minoranza, come affermano accada oggi. Gli studenti cinesi di economia sono stati "indottrinati dalle teorie occidentali", sostengono gli accademici, con il rischio che un giorno diventino "i becchini del sistema economico socialista".
La polemica sulle influenze occidentali nei programmi di studio si trascina da tempo in Cina. Nel 2015, il ministro dell'Educazione, Yuan Guiren, aveva affermato che le università devono mantenere un'integrità politica e vietare i testi che promuovono valori occidentali. Solo pochi giorni fa, il presidente cinese, Xi Jinping, aveva sottolineato l'importanza del marxismo nel dibattito ideologico. Per gli accademici che hanno firmato la petizione, la mancanza di un'adeguata preparazione marxista degli studenti di economia è ancora più grave. "L'occidentalizzazione del pensiero economico - afferma al quotidiano Global Times uno dei firmatari - è stata una delle ragioni del collasso dell'Unione Sovietica, e questo è il motivo per cui abbiamo scritto la lettera". Non tutti sono d'accordo con i contenuti, e c'è anche chi pensa che per essere competitivi sul piano globale la Cina debba produrre teorie proprie piuttosto che rispolverarne di vecchie, come sostiene Cao Heping della prestigiosa Università di Pechino, uno degli atenei più importanti della Cina.
31 MAGGIO 2016
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