Kuala Lumpur, 11 mar. - Nel buio piu' completo riguardo le tracce del Boeing 777 delle Malaysia Airlines scomparso sabato scorso, le autorita' malesi lavorano a tutto campo e si stanno concentrando su quattro ipotesi: lo hanno reso noto nel corso della ultima conferenza stampa organizzata a Kuala Lumpur (gli aggiornamenti sulla vicenda sono praticamente costanti).
"Stiamo valutando quattro piste: primo, il dirottamento; secondo il sabotaggio, terzo problemi psicologici dei passeggeri e dell'equipaggio; quattro, problemi personali tra i passeggeri e l'equipaggio", ha spiegato il capo della polizia malese, Khalid Abu Bakar. Le indagini dunque, ha proseguito, si stanno concentrando sulla personalita' di tutti i passeggeri con ricerche e la collaborazione di varie agenzie "in almeno 14 Paesi e anche in altre parti del mondo".
Le autorita' malesi hanno anche confermato di aver identificato uno dei passeggeri saliti a bordo con passaporto falso, un giovane iraniano, di nome Pouria Nour Mohammad Mehrdad: aveva 19 anni e stava cercando di emigrare in Germania e dunque "probabilmente" non aveva alcun legame con organizzazioni terroristiche. L'identificazione dell'altro passeggero con documenti di identita' rubati e' invece ancora in corso.
A breve un approfondimento
IRANIANO CON PASSAPORTO FALSO,
"MA NON ERA UN TERRORISTA"
Bangkok, 11 mar. - Uno dei due uomini saliti con passaporto falso sul volo delle Malaysia Airlines scomparso era iraniano, un giovane di 19 anni che stava - secondo le autorita' malesi - cercando di emigrare verso la Germania: lo ha detto il capo della polizia malese, Khalid Abu Bakar, nel corso di una conferenza stampa a Kuala Lumpur. "Riteniamo che probabilmente non fosse un membro di alcun gruppo terroristico e crediamo che stesse cercando di emigrare in Germania", ha detto. Le autorita' malesi, che hanno dunque identificato uno dei due passeggeri sospetti, hanno assicurato che stanno lavorando a stretto contatto con le autorita' iraniane.
Nel frattempo le squadre di ricerca hanno esteso alla zona tra il litorale dell'isola indonesiana di Sumatra e Hong Kong le ricerche dell'aereo delle Malaysia Airlines, scomparso sabato mentre sorvolava il golfo della Thailandia. Alle ricerche partecipa una flotta internazionale di 40 unita' navali e 24 aerei di 9 Paesi diversi, che stanno perlustrando una superficie di 500mila miglie nautiche quadrate, 1,71 milioni di km quadrati, ma finora gli sforzi non hanno dato alcun risultato: i rottami dell'aereo non sono stati trovati e anche i test di laboratorio hanno escluso che un campione oleoso raccolto in mare potesse appartenere al B-777, confermando invece che si trattava del combustibile di un cargo.
Le autorita' malesi stanno esaminando tutte le teorie possibili, compreso il dirottamento e il sabotaggio. Intanto la Cina ha riposizionato 10 dei suoi satelliti nella speranza di localizzare il Boeing della Malaysia Airlines scomparso ormai da quattro giorni. Almeno due terzi delle 239 persone a bordo del velivolo erano cinesi e Pechino sta ovviamente seguendo con grande attenzione gli sviluppi della vicenda. Secondo la stampa ufficiale, i satelliti, che sono ad alta definizione e controllati dalla base di Xian, nel nord del Paese, saranno utilizzati per aiutare la navigazione, l'osservazione delle condizioni meteorologiche, le comunicazioni e tutti gli altri aspetti delle ricerche. Al momento le squadre impegnate nelle ricerche provengono da nove Paesi: Cina, Malaysia, Usa, Singapore, Vietnam, Nuova Zelanda, Indonesia, Australia e Thailandia.
11 marzo 2014
ULTIME NOTIZIE
L'esercito segui' tracce aereo fino a Stretto Malacca
L'esercito malese ritiene di aver rilevato con i suoi radar l'ultima traccia del B-777 delle Malaysia Airlines scomparso sopra lo Stretto di Malacca, ben lontano da dove il velivolo ebbe il suo ultimo contatto con il traffico aereo civile, al largo della costa orientale del Paese. Lo ha rivelato una fonte militare. Lo Stretto di Malacca, uno dei canali piu' trafficati al mondo, corre lungo la costa occidentale della Malaysia. La compagnia aerea malese ha detto sabato che il volo con a bordo 339 persone ebbe il suo ultimo contatto quando era al largo della citta' di Kota Bharu, sulla costa orientale malese.
Interpol su aereo scomparso, improbabile attentato
Il capo dell'Interpol, l'agenzia di polizia internazionale, ritiene che la scomparsa dell'aereo delle Malaysia Airlines non sia stata causata da un attentato terroristico. "Piu' raccogliamo informazioni, e piu' siamo inclini a concludere che non si sia trattato di un'azione terroristica", ha detto il segretario generale dell'Interpol, Ronald Noble.
Noble ha aggiunto che i due iraniani con passaporti rubati entrarono in possesso dei due documenti a Kuala Lumpur e hanno poi utilizzato i passaporti rubati dell'italiano, Luigi Maraldi, e dell'austriaco, Christian Kozel, per salire sull'aereo di cui adesso si sono perse le tracce.
MALAYSIA: AEREO DISPERSO, IPOTESI TERRORISMO
di Eugenio Buzzetti
Twitter@Eastofnowest
Pechino, 10 mar. - A oltre sessanta ore dalla scomparsa del volo MH370 della Malaysia Airlines con 239 persone a bordo, le squadre di ricerca dei nove Paesi impegnati nel ritrovamento del jet non hanno ancora prodotto risultati apprezzabili, nonostante alcune segnalazioni di ritrovamenti lanciate dalla Marina vietnamita, e smentite nelle ore successive. Da ieri, le autorità della Malaysia che stanno lavorando alle indagini includono la possibilità che la scomparsa del jet possa essere dovuta a un atto di terrorismo. La pista più seguita dalle autorità è quella dell'esplosione in volo, sopra le acque territoriali del Vietnam. Ancora oggi, in conferenza stampa a Kuala Lumpur, le autorità dell'aviazione civile della Malaysia hanno dovuto ammettere di non avere trovato "nulla che possa apparire come oggetti dell'aereo". Il volo MH370, un Boeing 777 200ER, tra i velivoli più sicuri al mondo, era scomparso dai radar, intorno alle 1.30 di sabato, mentre si trovava inumo spazio aereo al largo delle coste meridionali vietnamite, a circa un'ora dalla partenza dallo scalo di Kuala Lumpur, avvenuta poco dopo la mezzanotte. La maggioranza delle persone a bordo era di nazionalità cinese: 154, scrive la Xinhua.
Subito dopo la diffusione della notizia della scomparsa del jet, la Malaysia Airlines ha diffuso anche la lista dei passeggeri, dove comparivano i nomi, tra gli altri, di un cittadino italiano, Luigi Maraldi, di 37 anni, e di un austriaco, Christian Kozel, nessuno dei due a bordo dell'aereo. Maraldi ha confermato di trovarsi in vacanza in Thailandia, sull'isola di Phuket, e che il suo passaporto gli era stato rubato nell'agosto scorso, sempre in Thailandia, come confermato dalla famiglia anche ad AgiChina24, e aveva regolarmente sporto denuncia. Kozel, invece, era a casa sua, in Austria, secondo quanto confermato dal Ministero degli Esteri di Vienna. Oltre ai due europei, sotto osservazione, dalle scorse ore ci sono altri due nomi. L'agenzia Xinhua, ha poi rivelato ieri, che un uomo della provincia sud-orientale cinese del Fujian, di cui non viene rivelata l'identità, avrebbe dovuto trovarsi a bordo del volo, stando al numero di passaporto presentato all'imbarco, che corrisponde a quello del cittadino cinese. L'uomo ha però confermato alla polizia di non essersi mosso da casa, e di non avere mai subito il furto del passaporto, né di averlo mai smarrito.
Intanto, gli inquirenti, in Malaysia, hanno scoperto l'identità di uno dei due passeggeri che viaggiavano con passaporto rubato. "Posso confermare che non si tratta di un cittadino malese - ha spiegato al quotidiano The Star, Khalid Abu Bakar, ispettore generale di polizia che sta seguendo le indagini - ma non posso rivelare da quale Paese provenga". Il funzionario ha poi specificato che l'uomo non era entrato illegalmente nel Paese. Per dissipare le speculazioni delle ultime ore sulla possibilità di un coinvolgimento di membri della minoranza uighura nella scomparsa del volo MH370, il funzionario ha specificato che l'uomo identificato non apparterrebbe alla minoranza etnica dello Xinjiang, a cui è stato attribuito l'attentato del 1 marzo scorso alla stazione di Kunming, nell'estremo sud della Cina, in cui sono morte 33 persone e ne sono rimaste ferite altre 143. Ancora molto scarsi i riscontri sulla zona dove il volo della Malaysia Airlines ha mandato l'ultimo segnale ai radar nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Non appartiene al volo MH370 il carburante prelevato dal braccio di mare dove l'aereo è scomparso, secondo quanto scritto nelle ultime ore dal maggiore quotidiano della Malaysia, il filo-governativo New Straits Times: le autorità di Kuala Lumpur ne sono sicure al 100%, confermano altri media locali. Esclusa anche l'ipotesi che la zattera di salvataggio ripescata in mare potesse appartenere al volo disperso.
Un ultimo giallo legato alla possibilità di attentati su suolo cinese arriva nelle ultime ore da Taiwan, dove un funzionario dell'ente per l'aviazione civile dell'isola ha rivelato alla sicurezza nazionale di avere ricevuto il 4 marzo scorso una chiamata anonima che lo informava della possibilità di attentati nello scalo pechinese, secondo quanto scrive l'agenzia di stampa di Taiwan Central News Agency. Da allora Taipei ha rafforzato le misure di controllo nell'aeroporto della capitale. L'uomo avrebbe iniziato a parlare in francese, ha raccontato il funzionario, per poi passare al cinese mandarino. La notizia apparsa on line oggi non trova riscontro presso le autorità portuali dello scalo pechinese. "Non possiamo confermare questa notizia" ha dichiarato ad AgiChina24 un funzionario dell'aeroporto della capitale cinese.
Le autorità di Pechino hanno invece confermato oggi di avere attivato procedure di emergenza mercoledì scorso quando era apparso del fumo in piazza Tian'anmen nelle ore in cui si apriva l'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, che ogni anno attrae migliaia di delegati del PCC da tutta la nazione. Lo ha confermato un rapporto governativo diffuso dal People's Public Security News. Il vice ministro della Pubblica Sicurezza avrebbe premiato due agenti di polizia, nelle ore successive, per avere fatto fronte in maniera tempestiva all'emergenza creatasi a pochi passi dall'ingresso della Grande Sala del Popolo, dove da poco erano cominciati i lavori dell'Assemblea e il premier Li Keqiang stava esponendo il suo discorso di inaugurazione della sessione.
Mentre cresce il senso di frustrazione per la mancanza di riscontri sulla sorte del volo disperso, da Pechino, il premier Li Keqiang ha chiamato il suo omologo malese, Najib Razak, per accelerare i soccorsi, nella speranza di ritrovare ancora qualche sopravvissuto. Sulla stampa cinese sono apparse nelle scorse ore le prime critiche alla gestione delle operazioni da parte del governo malese. Intanto, l'ambasciata malese di Pechino sta sveltendo le pratiche per l'ottenimento dei visti ai parenti delle vittime che intendono recarsi in Malaysia. Oggi, Pechino ha inviato una squadra di lavoro nella città malese, composta da 13 funzionari dei ministeri della Pubblica Sicurezza, degli Affari Esteri, dei Trasporti e dell'authority per l'aviazione civile. Oltre ai mezzi di soccorso già presenti sulla zona, Pechino sta inviando un'altra nave equipaggiata con le tecnologie per la ricerca in mare.
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10 marzo 2014
ULTIME NOTIZIE (aggiornato il 10 marzo alle 18:00 ora italiana)
INTERPOL: THAILANDIA 'SUPERMARKET' DI DOCUMENTI FALSI
Passaporti, patenti di guida, visti, tessere professionali: la Thailandia e' il paradiso dei falsari, un 'supermarket' dove si possono acquistare documenti di ogni tipo. Ed e' li' che i due passeggeri sospetti del volo della Malaysian Airlines, scomparso al largo del Vietnam, si sarebbero procurati i passaporti rubati. Le autorita' thailandesi cercano con fatica di censire migliaia di passaporti smarriti ogni anno nel Paese: alcuni vengono venduti a trafficanti di droga, altri finiscono nelle mani di miliziani islamici.
"Passaporti falsi e furti di identita' rappresentano in generale un problema enorme in Thailandia", ha spiegato il capo della polizia e direttore della sede locale dell'Interpol, Apichart Suriboonya, raccontando che a volte i documenti sono venduti dagli stessi proprietari per coprire i costi del viaggio. Apichart ha spiegato che i passaporti spesso passano di mano, attraverso intermediari thailandesi o stranieri che lavorano per organizzazioni criminali e le foto vengono alterate o sostituite. Nel caso del passaporto rubato all'italiano Luigi Maraldi, utilizzato da uno dei due passeggeri sospetti del Boeing malese, la foto non sarebbe stato modificata.
Quello dei documenti falsi e' un business che va avanti da anni in Thailandia: nel 2010 le autorita' locali, assieme a quelle spagnole, arrestarono i membri di un'organizzazione internazionale che fornivano passaporti rubati a integralisti islamici, e tra questi ci sarebbero stati anche gli attentatori di Madrid del 2004.
MH370, MARALDI SPIEGA FURTO PASSAPORTO A POLIZIA PHUKET; IL PADRE: "TUTTO A POSTO"
E' tornato dalle autorità di Phuket, Luigi Maraldi, per spiegare ancora una volta la dinamica del furto del suo passaporto avvenuta nell'agosto scorso proprio sull'isola della Thailandia, tradizionale meta turistica del sud-est asiatico. "Gli hanno chiesto come era avvenuto il furto - ha confermato oggi ad Agichina24.it il padre, Walter Maraldi - Siccome aveva fatto denuncia là, è tornato a chiarire come si erano svolti i fatti, ma è tutto a posto, adesso". Il passaporto che gli era stato rubato è stato usato per comprare uno dei biglietti per il volo MH370 in partenza da Kuala Lumpur poco dopo la mezzanotte di sabato e mai arrivato a Pechino.
Walter Maraldi conferma ancora una volta che il figlio aveva sporto denuncia per la scomparsa del passaporto sia presso le autorità della Thailandia, che una volta tornato in Italia, e che gli era stato rilasciato un nuovo documento. "Quelli che ha incontrato oggi - continua Maraldi - erano gli stessi funzionari che aveva già incontrato l'anno scorso". Al termine del colloquio, Luigi Maraldi ha mostrato alle tv locali thailandesi il suo nuovo passaporto, affiancato da un agente della polizia di Phuket, dove si trova in questi giorni in vacanza. "Nessuno si aspettava che questo passaporto potesse essere riutilizzato - spiega ancora Walter Maraldi - perché sono passaporti che non si possono falsificare, e le autorità non si sanno spiegare come possa essere successo un fatto del genere. Mio figlio ha fatto quello che doveva fare - ha concluso Maraldi - ora tocca alle forze dell'ordine o alle autorità aeroportuali della Malaysia chiarire come abbiano fatto a fare passare quel passaporto".
I DUE PASSEGGERI SOSPETTI "ASSIMIGLIAVANO A BALOTTELLI"
"Assomigliavano a Mario Balotelli". Cosi il responsabile dell'aviazione civile malese, Azharuddin Abdul Rahman, ha risposto ai giornalisti che, in una conferenza stampa a Kuala Lumpur, lo incalzavano sull'identita' dei due passeggeri con passaporti falsi a bordo del volo MH370, sparito nella notte tra venerdi' e sabato mentre era diretto a Pechino. La bizzarra affermazione ha scatenato l'ilarita' tra i presenti e anche un'ondata di reazioni su Twitter. Tra l'altro Rahman non ha neanche pronunciato correttamente il nome dell'asso italiano, ma e' stato prontamente 'aiutato' dai giornalisti. In realta', l'identita' dei due e' uno dei rebus attorno a cui ruota l'inchiesta. Le autorita' malesi hanno gia' detto che non si tratta di asiatici; del resto i due passeggeri viaggiavano con passaporti europei, rubati all'italiano, Luigi Maraldi e all'austriaco, Christian Kozel.
PASSEGGERI SOSPETTI AVEVANO BIGLIETTI DI SOLA ANDATA
Avevano acquistato biglietti di sola andata i due passeggeri in viaggio con passaporti rubati sull'aereo della Malaysian Airlines, sparito mentre era in volo da Kuala Lumpur a Pechino. Secondo il New York Times, dopo lo scalo nella capitale cinese, i due avrebbero dovuto proseguire il viaggio, uno verso Francoforte e l'altro verso Copenaghen. Intanto, il segretario generale dell'Interpol, Ronald Noble, ha ammonito la Malaysian Airlines: "Se la MAS e le altre compagnie aeree di tutto il mondo fossero in grado di controllare i passaporti nel database dell'Interpol, ora non staremmo qui a chiederci se i documenti rubati siano stati usati da terroristi a bordo del volo MH 370", ha sottolineato Noble.
ESTESE RICERCHE AEREO, "DETRITI AL LARGO DEL VIETNAM"
Le autorita' della Malaysia hanno esteso le ricerche del Boeing 777 scomparso nella notte tra venerdi' e sabato, mentre era in volo da Kuala Lumpur a Pechino. Lo ha annunciato il responsabile dell'aviazione civile malese, Azharuddin Abdul Rahman, sottolineando che sono in corso ricognizioni nel Mar Cinese meridionale e anche sul territorio interno della Malaysia.Intanto, e' arrivata una nuova segnalazione: le autorita' per il controllo del traffico aereo di Hong Kong hanno riferito che il comandante di un aereo ha comunicato di aver visto una grande massa di detriti 50 miglia nautiche al largo della costa sudorientale del Vietnam, nel Mar Cinese meridionale, e a 281 miglia nordest dall'ultima posizione del Boeing rilevata dai radar.
IDENTIFICATO PASSEGGERO CON PASSAPORTO RUBATO
Tracce oleose raccolte in mare non sono aereo scomparso
Kuala Lumpur, 10 mar. - I campioni di tracce oleose raccolti nel Mar della Cina meridionale ed analizzati in laboratorio non appartengono al B-777 delle Malaysia Airilines, scomparso nella notte tra venerdi' e sabato mentre era in rotta tra Kuala Lumpur e Pechino. Lo hanno reso noto le autorita' malesi. La chiazza di petrolio era stata trovata domenica, 185 km a nord della spiaggia di Tok Bali, a Kelantan, poco piu' a sud dello spazio aereo dove l'aereo e' sparito. "Ma il risultato delle analisi di laboratorio ha dato esito negativo", ha detto un portavoce della Maritime Enforcement Agency malese.
IDENTIFICATO PASSEGGERO CON PASSAPORTO RUBATO
Roma, 10 mar. - La Malaysia ha identificato uno dei due uomini saliti a bordo del volo scomparso della Malaysia Airlines con un passaporto rubato. Lo ha reso noto il capo della polizia del Paese. L'unico altro indizio che il capo della polizia, Khalid Abu Bakar, ha rivelato e' che si tratta di un cittadino che non era malese. E non era dello Xinjiang, ha aggiunto. Le autorita' sono state in grado di identificarlo grazie alle telecamere di videosorveglianza dell'aeroporto.
"Questo e' tutto quel che possiamo rivelare", ha aggiunto. "Stiamo ancora cercando di accertare se "i due sospettati di aver utilizzato false identita' "fossero entrati legalmente o illegalmente". Intanto ancora nessuna novita' nelle ricerche del relitto dell'aereo della Malaysia Airlines, sparito nella notte tra venerdi' e sabato con 239 passeggeri a bordo. In giornata si era diffusa la notizia che era stato avvistato nelle acque del golfo della Thailandia un oggetto giallo, forse un galleggiante di salvataggio, e le autorita' malesi si sono affrettate a inviare un elicottero in zona.
Ma un elicottero del soccorso vietnamita ha gia' recuperato l'oggetto e stabilito che non si tratta di una zattera di salvataggio. "L'oggetto e' stato identificato come un tappo coperto di muschio di un cavo". Si legge nel sito web dell'Authority per l'aviazione civile vietnamita. L'Authority non ha specificato se l'oggetto sia parte dell'aereo o meno, ma ha fatto sapere che le fotografia dell'oggetto sono state inviate all'unita' di comando.
NESSUNA TRACCIA DELL'AEREO MALAYSIA
La Cina ha nuovamente chiesto alla Malaysia di accelerare le operazioni di ricerca del volo MH370 della Malaysia Airlines scomparso dai radar dell'aviazione vietnamita nella notte tra venerdì e sabato scorso. Dopo che domenica il primo ministro cinese, Li Keqiang, aveva telefonato al suo omologo malese, Najib Razak, per sollecitare maggiore solerzia nelle ricerche, oggi anche il ministero degli Esteri ha chiesto più risultati.
"Le autorità malesi si stanno dedicando con sincero impegno all'incidente, ma alla luce della situazione, la parte malese deve aumentare i suoi sforzi", ha detto il portavoce del ministero, Qin Gang, nel corso del suo consueto briefing con la stampa.
Sulla vicenda è intervenuto anche Rupert Murdoch che sembra aver colto l'occasione per promuovere una maggiore intesa diplomatica tra Usa e Cina, dove il suo impero è presente. Mentre gli inquirenti con molta prudenza battono la pista del possibile attentato terrorista, il magnate dell'editoria ha sposato la teoria immediatamente e senza riserva alcuna su twitter: "Lo schianto del (Boeing) 777 conferma che gli jihadisti sono passati a colpire la Cina (a bordo del volo MH370 c'erano 154 cinesi, ndr). (Questa rappresenta una) opportunità per gli Stati Uniti per fare fronte comune, diventando amici della Cina mentre la Russia fa la prepotente", ha cinguettato Murdoch, senza però chiarire su quali elementi basi la sua convinzione.
Che l'obiettivo di un'eventuale attentato - una volta che però sia stato accertato - potessero essere i cinesi a bordo si è parlato già ieri. Sabato scorso 33 cinesi sono stati uccisi e 143 feriti in un attentato a Kumming attribuiti ai terroristi uighuri, la popolazione musulmana e turcofona che abita la sterminata regione occidentale dello Xinjang.
Intanto il capo della authority dell'aviazione civile malese ha definito la scomparsa dell'aereo di linea delle Malaysia Airlines' un "mistero senza precedenti" nella storia dell'aviazione.
"Purtroppo non abbiamo trovato nulla che possa sembrare un oggetto che gli appartenesse, figuriamoci l'aereo", ha detto nel corso di una conferenza stampa, Azharuddin Abdul Rahman, responsabile dell'authority malese. In particolare Azharuddin ha smentito le informazioni arrivate nella serata di domenica dal Vietnam secondo cui un aereo locale aveva avvistato a 93 chilometri dall'isola vietnamita di Tho Chu quelli che sembravano i frammenti di una coda e di un porta interna dell'aereo. Azharuddin ha aggiunto che un dirottamento o un attentato terroristico non possono essere esclusi e che comunque gli inquirenti esplorano tutte le teorie possibili; e inoltre che varie tracce oleose raccolte in mare sono state inviate in laboratorio per verificare se possano appartenere al Boeing 777 sparito mentre era in rotta tra Kuala Lumpur e Pechino. Azharuddin ha anche confermato la notizia che cinque passeggeri che avevano comprato il biglietto e i cui bagagli erano stati imbarcati, non hanno poi preso il volo; e la Malaysia Airlines, ha assicurato, ha tolto i bagagli, secondo le procedure standard, una volta appreso che non erano a bordo. Mentre montano gli interrogativi sulle carenze nei controlli di sicurezza all'aeroporto di Kuala Lumpur, decine di aerei e navi inviate da sette Paesi diversi continuano a perlustrare i mari intorno alla Malaysia e a sud del Vietnam.
Domenica l'Interpol ha confermato che almeno due passeggeri hanno utilizzato passaporti rubati e reso noto che sta controllando se altri a bordo avessero documenti di identità falsi. Ma una qualche falla ci deve essere stata: secondo l'agenzia stampa ufficiale malese, il ministro dell'Interno locale, Ahmad Zahid Hamidi, ha detto che i due passeggeri che hanno usato i passaporti rubati (passaporti sottratti all'italiano, Luigi Maraldi, e all'austriaco, Christian Kozel) avevano tratti asiatici e ha criticato gli agenti di frontiera per averli lasciati passare: "Sono ancora turbato. Questi agenti alla frontiera non riescono a pensare? Un italiano e un austriaco ma con volti di asiatici?". L'aereo, che quando ha dato l'ultimo segnale sui radar, a un'altitudine di circa 35mila piedi (10mila metri), era decollato da cinquanta minuti, non ha inviato alcun segnale di allarme; ma il responsabile delle forze aeree malesi ha aggiunto che dai radar risulta che potrebbe esser tornato indietro rispetto la sua rotta pianificata, prima di scomparire. Una fonte vicina alle indagini domenica ha detto che il velivolo potrebbe essersi disintegrato in volo (non è chiaro se a causa di una bomba o guasto meccanico) e i rottami quindi dispersi in un'area molto vasta). Ma gli americani hanno esaminato attentamente le immagini registrate dai satelliti spia statunitensi per trovare traccia di un'esplosione a mezz'aria, e - secondo una fonte americana - non hanno trovato alcunché.
10 marzo 2014
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