PIRELLI: FIRMATA INTESA CON I CINESI DI CHEMCHINA

Pechino, 22 mar. -  Pechino, 23 mar. - China National Chemical, attraverso la controllata China National Tire & Rubber (CNRC), ha ufficializzato l'accordo con Camfin per l'acquisto del 26,2% delle azioni detenute dalla finanziaria in Pirelli a 15 euro per azione, riservandosi di completare tutta l'operazione entro l'estate. Lo ha annunciato questa mattina il gruppo chimico cinese in un comunicato apparso sul suo sito web. In seguito all'accordo, spiega il gruppo cinese, non sono previsti cambiamenti nel team operativo e dirigenziale di Pirelli, mentre verra' definita una nuova strategia di business.

 

CNRC e' uno dei maggiori gruppi cinesi produttori di pneumatici radiali, impianti di frenaggio e nastri trasportatori, ed esporta in oltre 140 Paesi. "L'acquisizione creera' valore industriale a lungo termine nel settore dei pneumatici -specifica China National Chemical sul suo sito web- rafforzera' i piani di sviluppo di Pirelli, rafforzera' la copertura delle aree geografiche strategiche e, attraverso l'integrazione rendera' possibile per il gruppo raddoppiare i volumi di business nel pneumatico industriale". Con l'ingresso in Pirelli, China National Chemical punta a "costruire insieme con Pirelli un gruppo di livello mondiale e leader nel mercato nell'industria dei pneumatici", ha dichiarato il presidente del gruppo statale cinese, Jianxin Ren.

 

Pirelli: chi e' ChemChina, gigante chimica di Pechino

 

E' un colosso da 244 miliardi di yuan di fatturato (circa 36 miliardi di euro), al diciannovesimo posto tra le 'big' mondiali della Cina e al 355esimo nella classifica di 'Fortune'. "Chimica tradizionale, materiali avanzati" e' il motto della China national chemical corporation (ChemChina), societa' a controllo statale nata nel 2004 e amministrata dalla Sasac, il braccio del governo di Pechino cui fanno capo buona parte delle industrie di Stato cinesi. ChemChina opera in sei diversi settori, che vanno dalla chimica dei nuovi materiali alla gomma, ed e' presente in 140 Paesi con 118 controllate, tra cui nove quotate, 6 divisioni e 24 centri di ricerca; impiega 140 mila persone.  Dalla Francia all'Australia, ChemChina ha puntato sin dalla fondazione sulla crescita internazionale secondo la strategia del 'going global' (divenire globali) largamente esplicitata nel suo sito internet. Tra le operazioni piu' importanti, l'acquisizione della francese Adisseo e dell'australiana Qenos nel 2005 e, nel 2011, l'acquisto della norvegese Elkem e di una quota di controllo nell'israeliana Makhteshim Agan, sesto produttore mondiale di pesticidi.

 

GLI INTERESSI DEL DRAGO IN ITALIA

 

L'ultima 'preda' e' Pirelli ma gia' in precedenza le imprese cinesi hanno mostrato grande interesse per le nostre aziende. Complice la crisi, le quotazioni in calo e le difficolta' economiche di molte societa' italiane, il Dragone si e' lanciato sui nostri pezzi pregiati tanto da far gridare l'allarme dall'altra parte dell'Atlantico. Gli Stati Uniti, infatti, riferendosi piu' in generale alla politica industriale europea, hanno accusato Bruxelles di essere "ingenua" e "incoerente". L'amministrazione Obama in realta' non e' contraria tout court agli investimenti cinesi in Europa ma lamenta la mancanza di politica una industriale nel Vecchio continente. L'accordo raggiunto ieri per Pirelli e' l'ultimo di una lista. Nel dettaglio, in Italia, il Dragone ha gia' conquistato il 40% di Ansaldo Energia: Shanghai Electric l'ha acquisita per 400 milioni di euro. La societa' cinese e' un colosso mondiale nella produzione di macchinari per la generazione di energia e attrezzature meccaniche, capitalizza oltre 5 miliardi di euro e ha chiuso il 2012 con ricavi superiori ai 9 miliardi    di euro. Altro 'colpo grosso' piazzato dalla Cina e' l'acquisto del 35% di Cdp Reti. Il braccio operativo in questo caso e' la State Grid International Development (Sgid). Da notare che Cdp Reti detiene quote rilevanti (circa il 30%) di Snam e Terna. Va poi ricordato lo shopping fatto dalla People's Bank of China, la Banca centrale cinese, che ha comprato il 2,102% di Eni e il 2,071% di Enel. e partecipazioni valgono complessivamente quasi 2 miliardi di euro. Sempre la People's Bank of China detiene il 2% circa di Telecom Italia, di Fiat e di Prysmian, la ex Pirelli Cavi. Ma le partecipazioni della banca centrale cinese non finiscono qua: ha comunicato infatti di detenere quote di minoranza (2%) di Saipem, Generali e Mediobanca

 

22 marzo 2015

 

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