PIL +8.7% NEL 2009, WB: "RISCHIO BOLLE"
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PIL +8.7% NEL 2009, WB: "RISCHIO BOLLE"

PIL +8.7% NEL 2009, WB: "RISCHIO BOLLE"

Crescita economica
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Pechino, 21 gen. - Il ruggito del Dragone nell'anno della grande crisi: secondo i dati ufficiali forniti oggi dall'Ufficio Nazionale di Statistica, l'economia cinese è cresciuta del 10.7% nel quarto trimestre dell'anno scorso, portando così la crescita complessiva del 2009 allo +8.7%. "Il 2009 è stato finora l'anno più difficile del nuovo secolo per lo sviluppo cinese – si legge nel comunicato del National Bureau of Statistics – ma nel 2010 la situazione sarà migliore". Questi risultati portano la Cina a insidiare da vicino il Giappone, attualmente la seconda economia mondiale, anche se i dati ufficiali di Tokyo verranno diffusi solo il prossimo mese. E se in pubblico Pechino festeggia il raggiungimento in un anno durissimo del fatidico traguardo del +8% - sorta di totem economico che economisti e politici cinesi ritengono la soglia minima per garantire la stabilità nel paese -, in privato si preparano le contromosse per fronteggiare le difficoltà del 2010. Secondo la Banca Mondiale, infatti, il motore degli investimenti privati cinesi del 2009 è stato senz'altro il mattone, mentre tutti gli altri settori sono rimasti cauti a causa delle incertezze della situazione economica globale e dei rischi connessi a un eccesso di capacità produttiva. Sospinto dal gigantesco pacchetto di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan (400 miliardi di euro circa) e, soprattutto, dal via libera al credito che le banche cinesi hanno concesso quest'anno su impulso del governo (9590 miliardi di yuan; circa 959 miliardi di euro in nuovi prestiti; più del doppio del 2008), il settore immobiliare ha raggiunto un surriscaldamento al calore bianco, tanto da spingere la stessa World Bank a segnalare rischi di bolla speculativa in Cina. Solo in dicembre i prezzi medi delle proprietà in 70 grandi città cinesi sono aumentati del 7.8%, e i prezzi delle unità abitative hanno segnato i rincari più pesanti. Wang Shi, presidente di China Vanke, il primo gruppo di costruttori in Cina, aveva dichiarato il mese scorso che Pechino potrebbe affrontare una crisi simile a quella che colpì Tokyo se l'aumento dei prezzi degli immobili si diffonde al di là delle città principali. "La mia prima preoccupazione è come controllare l'aumento dei prezzi, sostenendo contemporaneamente la crescita economica - ha dichiarato oggi il direttore dell'Ufficio Nazionale di Statistica Ma Jiantang presentando i dati - mentre un'altra preoccupazione, condivisa da noi tutti, è che il prezzo degli asset sta crescendo probabilmente con troppa rapidità, per esempio nel settore immobiliare di alcune città". Nell'ultimo periodo le authority bancarie cinesi hanno messo a punto diverse mosse per frenare la corsa al credito; l'ultima, in ordine di tempo, ieri: il presidente della China Banking Regulatory Commission Liu Mingkang, confermando solo in parte le illazioni le quotidiano China Securities Journal aveva annunciato che le banche che non rispettano alcuni requisiti "vedranno limitate le loro capacità di concedere credito".   
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