ADV
Nel 2009 – in seguito a visite di funzionari cinesi in Europa, seminari della commissione europea a Pechino, tavole rotonde, scambi di informazioni su attività di monitoraggio e allerta – l'Aqsiq ha inviato a Bruxelles 11 rapporti in merito a complessive 1.007 indagini e misure intraprese a seguito di notifiche "Rapex" su prodotti cinesi tra il 2006 e il 2009. I lavori procedono, sul fronte della sicurezza e soprattutto sulla rintracciabilità, considerato che nel 25% dei citati casi non è stato possibile risalire alla produzione.
Vale comunque la pena di evidenziare che è il committente stabilito nella Ue – importatore o distributore che sia – a essere il primo responsabile della sicurezza dei prodotti. Può succedere che importatori temerari – nel commissionare produzioni o acquistare merci in territori lontani – tralascino di specificare la destinazione dei prodotti (Paesi di destino e normative applicabili, modalità di utilizzo e categorie di consumatori coinvolti) e di richiedere la conformità a specifici requisiti, per risparmiare sui costi. Al consumatore è perciò bene fare intendere che il pericolo non è connesso alla provenienza, ma piuttosto all'incerta affidabilità di marchi sconosciuti e di prodotti commercializzati al di fuori dei grandi circuiti distributivi.
Dunque – in attesa di una capillare estensione dei controlli sul territorio – basti tenere a mente che giocattoli, gadget e utensili "da bancarella" possono rivelarsi non solo effimeri ma anche pericolosi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
31/05/2010
Condividi
ADV