Shanghai, 27 set. – Nella suggestiva cornice di un teatro in stile tradizionale cinese, al terzo piano dell'Urban Footprint Pavilion (lato Puxi), venerdì pomeriggio si è tenuta una performance multimediale. Protagonisti, l'Open Wall dell'artista Shan Shan Sheng e il compositore Romeo Scaccia. L'evento, organizzato grazie al lavoro congiunto dell'Urban Footprint Pavilion, del Padiglione Venezia e del Museo di Shanghai e proposto per due volte al pubblico – una prima volta alle ore 17, una seconda alle 19 – ha attirato numerosi visitatori, attratti dalla piacevoli note (Romeo scaccia si è esibito al pianoforte in una melodia composta appositamente per l'occasione) e dalle curiose immagini proiettate. Immagini che ritraevano una Shan Shan Sheng al lavoro nella vetreria Berengo di Murano, dando sfoggio di grande energia e abilità. La storia dell'Open Wall – dalla genesi in vetreria sino alla posa, prima presso l'isola della Certosa a Venezia per la partecipazione alla Biennale di Arte dello scorso anno e poi all'interno dell'Expo: questo il contenuto del filmato. "Fino ad oggi, più di 4,1 milioni di visitatori hanno varcato la soglia dell'Urban Footprint Pavilion – racconta l'artista Shan Shan Sheng –; tutti hanno potuto vedere l'Open Wall, poiché è localizzato proprio all'ingresso del Padiglione. Spero che i visitatori abbiamo recepito il messaggio che volevo trasmettere con la mia opera, ovvero l'importanza del dialogo tra le diverse culture".
A fare eco alle sue parole, Romeo Scaccia. Alla sua prima volta in Cina, il musicista si è detto "incuriosito e affascinato dalla dinamicità della realtà cinese, e impressionato dai numeri dell'Expo". Ovviamente molto contento di aver preso parte – in collaborazione con Shan Shan Sheng – all'evento, ha affermato che: "La melodia che ho scritto si compone di diversi temi musicali, dallo stile classico a quello etnico, e rappresenta le differenti eredità e identità culturali, che però possono conciliare armoniosamente tra loro. Così esprimo in musica quel messaggio di confronto e integrazione tra diverse culture che vuole trasmettere l'opera Open Wall". A margine della performance, Shan Shan Sheng ha rilasciato qualche anticipazione sui suoi impegni futuri. L'artista, più volte ospite e protagonista al Padiglione Venezia, sta lavorando ad un nuovo progetto, "Fantasy Forest". Un'installazione di notevoli dimensioni (24 metri di lunghezza per 6 di larghezza e 5 di altezza), rappresentante una foresta immaginaria – "in stile Avatar" spiega l'artista – ancora una volta interamente realizzata con il vetro di Murano. "Quest'estate ho soggiornato a Murano, come faccio oramai già da parecchi anni – ha affermato l'artista – per programmare la realizzazione dell'opera".
Sessantotto gli alberi che costituiranno questa 'Foresta della Fantasia' che, commissionata dalla municipalità di Xi'an, sarà parte del World Horticultural Expo che si svolgerà il prossimo anno nella città dell'Esercito di Terracotta e per il quale si prevedono circa 12 milioni di visitatori e partecipanti da 40 città internazionali e 60 città cinesi. "Il focus questa volta è l'importanza del dialogo con la Natura. Riallacciandomi al filo conduttore del documentario "The Earth: our Home", che è stato proiettato sulle pareti del Palazzo di Vetro dell'ONU lo scorso 21 settembre in occasione del summit dei Capi di Stato internazionali sui Millennium Development Goals e di cui ho curato il capitolo conclusivo, stavolta desidero porre l'accento sul verde". Il leitmotiv del dialogo tra culture ha portato Shan Shan Sheng a percorrere tanta strada. Con un mattoncino del muro, l'artista ha ripreso le orme di Marco Polo sulla "Via della Seta" e si è imbarcata per un viaggio in dodici tappe che è cominciato a Venezia lo scorso agosto e si chiuderà a Shanghai il prossimo anno.
"Quest'estate sono già stata a Venezia, Atene, Istanbul, Efeso e Olimpia; ho posato il mattoncino sull'Acropoli, sulla Moschea Blu e nei pressi di altri luoghi-icona del passato" ha raccontato l'artista, che farà prossimamente ritorno a Venezia per dedicarsi alla "Fantasy Forest" e probabilmente anche per ricevere di persona il riconoscimento di 'Attori dello scambio permanente di arte, cultura e secolare e perenne amicizia tra i popoli della Cina, di Venezia e del Veneto', premio che Confcommercio Venezia e Padiglione Venezia avevano conferito a lei e al regista Jia Zhangke lo scorso agosto a Shanghai, e che Shan Shan non aveva potuto ritirare personalmente poiché al lavoro in vetreria. In attesa di vedere la nuova opera, chi non avesse visitato l'Expo, potrà prossimamente ritrovare l'Open Wall al museo Kampa di Praga.
di Giulia Ziggiotti
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