PECHINO TAGLIA LE TASSE SUI BENI DI LUSSO
ADV
ADV
PECHINO TAGLIA LE TASSE SUI BENI DI LUSSO

PECHINO TAGLIA LE TASSE SUI BENI DI LUSSO

Industria e mercati
PECHINO TAGLIA LE TASSE SUI BENI DI LUSSO
di lettura

Pechino, 20 giu.- Tasse ridotte fino al 50% per i beni di lusso: questa l'ultima iniziativa del Dragone per stimolare la domanda interna e impedire così la fuoriuscita di flussi di denaro all'estero. Lo riferisce il 21st Century Business Herald, secondo cui il ministero delle Finanze cinese sarebbe intenzionato a  ridurre del 50% i dazi sui cosmetici e del 30% quelli sugli orologi, abbigliamento e liquori. Il nuovo sistema dovrebbe entrare in vigore prima della Festa Nazionale di ottobre e, in prospettiva, anche delle festività natalizie, per permettere ai cinesi di acquistare beni di lusso delle più famose griffe internazionali a casa propria senza necessariamente dover salire su un aereo.

 

Sono molti, infatti, i ricchi cinesi che preferiscono fare shopping ad Hong Kong o in Europa dove possono trovare gli stessi articoli a prezzi inferiori. Secondo quanto emerso da uno studio del ministero del Commercio, in Cina prodotti quali cosmetici, latte in polvere, orologi, abbigliamento, calzature, valigeria e pelletteria, liquori e articoli di elettronica sono soggetti a una tassazione sulle importazioni che li rende più costosi rispettivamente del 45%, 50% e 72% rispetto ad Hong Kong, agli Stati Uniti e alla Francia. Ed è proprio la Francia  ad aver trovato nei cinesi il più numeroso gruppo di consumatori stranieri, clienti che, secondo un sondaggio di Global Refund, solo nel 2010 avrebbero speso nel Paese più di 650 milioni di euro in articoli duty free. Una 'miniera d'oro' destinata ad esaurirsi in Francia così come nel resto d'Europa non appena la riforma entrerà in vigore.

 

Secondo uno studio condotto dalla società di consulenza Bain & Co e dalla Fondazione Altagamma, nel giro di cinque anni la Cina strapperà il primato all'America. Nel 2010 le vendite nell'Impero di Mezzo sono salite del 30%, e per quest'anno si prevede un incremento del 25% a cambi costanti pari a circa l'11,5 miliardi di euro. E per avere una vaga idea del crescente interesse dei cinesi per il lusso è sufficiente monitorare la presenza in Cina di due dei più importanti marchi internazionali:  Louis Vuitton e Gucci. "Nel 2005 il marchio LV era presente in dieci città, oggi ha 36 negozi in 29 città. Per quanto riguarda invece Gucci nel 2006 aveva sei monomarca, oggi siamo a 39" fanno sapere da McKinsey.

 

di Sonia Montrella

ADV
ADV
©Riproduzione riservata
ADV