di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 20 nov. - La Cina investirà 12 miliardi di dollari per la realizzazione di una linea ferroviaria in Nigeria, che si snoderà per 1402 chilometri lungo la costa del Paese, ultimo di una serie di maxi-investimenti nelle infrastrutture africane da parte di Pechino. I lavori saranno affidati a China Railway Construction Corporation, e creeranno, secondo le prime stime 200mila posti di lavoro nel Paese africano, più altri trentamila quando il progetto sarà terminato e funzionante. Il progetto cinese è solo l'ultimo di una serie di investimenti cinesi nel continente, che hanno visto protagonisti, nelle ultime settimane, altri due Paesi africani: la Tanzania, che riceverà 1,7 miliardi di dollari da Pechino per lo sviluppo delle proprie infrastrutture, tra cui la costruzione di una città satellite a Dar Es-Salam da un miliardo di dollari, per evitare problemi di congestione del traffico nella capitale, e il Sudafrica, con un accordo sullo sviluppo del nucleare nel Paese.
La generosità cinese nei confronti del continente africano è quantificabile in 89 miliardi di yuan, 11,6 miliardi di euro, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012, secondo l'ultimo rapporto sugli aiuti all'estero cinesi, risalente al luglio scorso, e costituisce oltre la metà delle somme stanziate in aiuti all'estero nei tre anni presi in considerazione, il 51,8%. I fondi sono destinati soprattutto alla realizzazione di infrastrutture, che costituiscono quasi i tre quarti degli aiuti cinesi nel mondo. L'Africa sub-sahariana è il territorio che ha visto crescere maggiormente gli investimenti cinesi negli ultimi dieci anni: lo scorso anno, gli investimenti di Pechino sono aumentati di quaranta volte rispetto ai valori del 2003. La Cina è un attore sempre più importante nel continente, anche secondo la stampa del continente, e sta oscurando anche gli Stati Uniti nelle intese con i singoli Paesi.
Non tutti gli investimenti cinesi in Africa sono stati equamente distribuiti. Un rapporto di AidData fa luce sugli investimenti cinesi nel continente, e secondo l'organizzazione di ricerca per lo sviluppo e la gestione delle risorse, i leader africani avrebbero destinato alle proprie aree di provenienza, geografica, circa il triplo delle somme stanziate al resto del Paese di cui sono a capo, aumentando gli squilibri all'interno del Paese. "Questo suggerisce che il principio di non-interferenza cinese negli affari interni di un Paese permette ai leader africani di usare gli aiuti cinesi per clientelismo politico" ha spiegato Roland Hodler, uno dei curatori del rapporto al quotidiano The Guardian. La mappa geografica degli aiuti cinesi al continente sorprende però, nei risultati: una delle conclusioni di AidData è che gli investimenti di Pechino non sono necessariamente diretti ai Paesi da cui la Cina estrae le risorse, secondo l'analisi degli studiosi. La natura degli aiuti cinesi, infine, non è neppure legata esclusivamente al rapporto con i leader di turno, ma punta a creare un'immagine duratura nel Paese della Cina anche per i leader che verranno. Per questo, conclude il rapporto di AidData, spesso, come nel caso del maxi-investimento in Nigeria, gli aiuti di Pechino si concentrano su grandi progetti, come stadi, aeroporti, ferrovie e o palazzi ministeriali.
20 novembre 2014
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