Pechino si apre all'Occidente
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Pechino si apre all'Occidente

Pechino si apre all'Occidente

L'IDEOLOGO DEL PRESIDENTE HU
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Dalla seconda metà del 2008, con la crisi finanziaria globale e la crescita della forza economica cinese, sono emerse ansietà nell'opinione pubblica internazionale sulla direzione dello sviluppo cinese. Sono emersi scetticismo e varie speculazioni sulle intenzioni della Cina di aderire alla strada dello sviluppo pacifico. Alcuni pensano che "l'ascesa pacifica" non sia possibile e che la Cina non sia un'eccezione ai precedenti storici, come la Germania e il Giappone della prima metà del Novecento o l'Urss della seconda metà del Novecento.
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Per fortuna recentemente ci sono state anche voci rassicuranti e ragionevoli, saggi consigli da gente di tutto il mondo. Ciò dimostra un largo consenso sulla esistenza di "interessi comuni" e su un'interdipendenza in tutto il mondo.
Dal 2004 ho già proposto che la Cina ha bisogno di costruire gradualmente una comunanza di interessi con i suoi vicini, le regioni limitrofe, con tutti i paesi e le regioni, e in special modo con i grandi paesi e gli organismi internazionali che sostengono l'attuale ordine mondiale come, ad esempio, i paesi europei e gli Stati Uniti.
In un'era di globalizzazione, i nostri interessi sono così intimamente interconnessi che abbiamo bisogno l'uno dell'altro. La crescita di minacce non tradizionali ci ha portato verso un nuovo concetto di sicurezza basato sulla cooperazione tra grandi paesi. La comunità internazionale è giunta a comprendere la necessità di interventi comuni per affrontare le questioni scottanti regionali e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
I primi due decenni del 21° secolo sono un periodo cruciale per la lo sforzo cinese di "costruire una società moderatamente prospera a un livello più alto di cui fruiscano oltre un miliardo di persone".
È un periodo di sviluppo che si concentra nel fare passi avanti nella condizione materiale della vita della gente e migliorarne la qualità in modo sostenibile. È anche un periodo di trasformazione dell'economia cinese da una crescita quantitativa a qualitativa. Metà di questo periodo storico è trascorso: abbiamo fatto abbastanza bene in termini quantitativi, ma non abbastanza in termini qualitativi.
Nel secondo decennio del 21° secolo lo sviluppo cinese affronta un grande numero di sfide. Ci sono limiti della crescita economica per la scarsità di risorse e per l'ambiente, assediato dall'inquinamento.
C'è poi uno sviluppo sociale ed economico sbilanciato, per esempio, tra investimenti e consumi, tra aree urbane e rurali, tra regioni orientali e occidentali, difficili ristrutturazioni industriali, insufficienti impegno in ricerca e sviluppo, risorse umane incapaci di andare incontro alle nuove strutture di lavoro, un'iniqua distribuizione dei redditi e un riaggiustamento della struttura di interessi, una mancanza di una efficiente governance sociale e un aumento dei conflitti sociali, gravi disastri naturali, prevedibili o imprevedibili.
Per affrontare queste sfide il nostro lavoro nel secondo decennio del 21° secolo si concentrerà nell'accelerare la trasformazione del modello economico di sviluppo, garantendo e migliorando la vita della gente, consolidando ed espandendo i successi ottenuti nella nostra risposta alla crisi finanziaria, facilitando una rapida crescita economica che sia comunque di lungo termine, stabile e ragionevole e ottenendo armonia sociale e stabilità nel paese.
Tutto questo porrà fondazioni solide per costruire una società moderatamente prospera. A tale fine dobbiamo trasformare la nostra economia da un modello principalmente spinto dalla domanda esterna ad uno spinto da domanda esterna e interna ma principalmente interna.
Ciò sarà accompagnato da una veloce trasformazione della struttura sociale e un innalzamento della struttura di consumo. La Cina, ora paese a reddito medio basso, diventerà velocemente paese a reddito medio alto. In più la Cina si impegnerà a realizzare lo sviluppo interno a innalzare gli standard etici e ispirare la sua gente a lavorare per alti ideali.
La Cina diventerà un paese dinamico, armonico e stabile. Così la Cina raggiungerà lo scopo di un'ascesa politica e un rinascimento culturale. Senza dubbio, tale Cina fornirà al resto del mondo un mercato più grande e maggiori opportunità di sviluppo.
La via cinese dello sviluppo pacifico si accorda con la tendenza della storia. Oggi la tendenza dello sviluppo mondiale è quello della globalizzazione economica e l'interdipendenza delle relazioni internazionali.
In questo contesto, il dialogo, le consultazioni, il coordinamento, la gestione e le riforme in maniera pacifica, cooperativa e mutuo beneficio, saranno gli strumenti con cui affrontare i problemi esistenti ed emergenti – ciò rappresenta la tendenza principale del futuro sviluppo dell'umanità. Il mondo nel complesso avrà davanti opportunità e sfide, dove le prime saranno più delle seconde.
Nel secondo decennio la via cinese allo sviluppo pacifico e la politica della costruzione di un mondo armonioso dovranno essere concretizzati. La cosa più importante è "espandere e approfondire la convergenza di interessi di tutte le parti" e coltivare una "comunità di interessi" con altri paesi, regioni e aree a vari livelli. Essa è la politica che la Cina adotterà per questo decennio.
Questo è ciò che dobbiamo fare per andare incontro non solo allo sviluppo della Cina, ma anche allo sviluppo di tutti i paesi del mondo. E credo che sia conforme con la tendenza dello sviluppo mondiale. Ci auguriamo che sempre più paesi riconoscano e comprendano la nostra scelta politica.
L'"espansione e l'approfondimento della convergenza di interessi" e "la costruzione delle comunità di interessi" sono diventate politiche del governo cinese. In particolare, l'"espansione e l'approfondimento della convergenza di interessi con varie parti" è stata incorporata nella proposta del comitato centrale del partito comunista cinese sulla formulazione del 12° piano quinquennale per lo sviluppo economico e sociale, pubblicato recentemente. In un saluto alla cerimonia di apertura dell'8° vertice dell'Asem, il premier Wen Jiabao ha proposto che i membri dell'Asem diventino "una stretta comunità di interessi".
Il presidente Hu Jintao in una sua conversazione telefonica con il presidente americano Barak Obama ha detto inoltre: «Noi affrontiamo una materia importante, come elevare attivamente la cooperazione Cina-Usa, positiva, cooperativa e comprensiva a un livello più alto ed entrare in una partnership cooperativa in aree di interesse comune».
Gli ultimi trent'anni di sviluppo della Cina sono stati pacifici, infatti pensiamo che il paese sia riuscito a crescere grazie alla pace che ha mantenuto e ha aiutato a mantenere intorno ai suoi confini.
La Cina è cresciuta economicamente e si accinge ad affrontare importanti e delicate riforme interne mentre ha un maggiore impatto nel mondo, per questo ha un interesse oggettivo a mantenere la pace e l'ordine del mondo.
Per fare ciò ha bisogno anche di trovare punti di interesse comune con i paesi stranieri dato che solo mantenendo interessi comuni con tutto il mondo lo sviluppo cinese può rimanere pacifico, essere di beneficio per tutti e per la Cina. Conflitti, invece, danneggerebbero tutti.
Nel processo dei mutamenti economici e politici mondiali, i fattori di base e le spinte che hanno mandato avanti le relazioni Cina-Usa, Cina-Europa e Cina-Giappone negli ultimi dieci anni, continuano a persistere nonostante i problemi e le differenze con questi paesi. Ciò ci richiede di cercare nuovi punti di sviluppo nelle relazioni sia obliterali che multilaterali avendo in mente di allargare e approfondire la convergenza dei nostri interessi e costruire una "comunità di interessi" di beneficio per tutti.
In breve, è necessario e possibile per noi lavorare insieme con una visione globale, spirito pragmatico e saggezza politica per costruire comunità di interessi bilaterali e multilaterali in aree e a livelli diversi nel secondo decennio del secolo.
A questo fine, si deve andare oltre le differenze di ideologie e sistemi sociali, ed eliminare l'atteggiamento parrocchiale di chiudere la porta agli altri. Quando c'è un accumulo di interessi convergenti, ci saranno solide fondamenta di una comunità di interessi. Allora le condizioni saranno mature per costruire comunità di interessi che offriranno un immenso spazio per la mutua cooperazione ed eccellenti possibilità di successo.
Zheng Bijian è consigliere di Hu Jintao
(Traduzione di Francesco Sisci)
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L'UOMO GUIDA DEL LEADER

Zheng Bijian, 79 anni, ha avuto una carriera politica molto tormentata. Negli anni '80 era segretario dell'allora segretario del partito Hu Yaobang. Nell'ufficio di Zheng allora lavorava Wen Jiabao, attualmente primo ministro della Cina.
Hu venne deposto alla fine del 1986 con l'accusa di essere stato morbido con gli studenti. La morte di Hu nel 1989 diede inizio alla protesta di Tiananmen. Zheng seguì Hu nella disgrazia ma dopo Tiananmen venne recuperato da Deng come curatore delle sue opere.
Nel 1992, l'attuale presidente Hu Jintao fu promosso vicepresidente della Cina e presidente della Scuola centrale del partito. Zheng ne divenne il braccio destro come vice presidente esecutivo della Scuola. In tale posizione ha svolto un ruolo cruciale nella elaborazione della teoria dei "tre rappresentanti" di Zhang Zemin (presidente dal 1992 al 2002) e in quella della società armoniosa di Hu Jintao.
Ufficialmente in pensione, oggi presiede l'istituto cinese per lo sviluppo pacifico ed è consigliere di Hu ma molto vicino anche ai leader che guideranno la Cina a partire dal congresso del 2012, Xi Jinping e Li Keqiang.

31/03/2011
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