Per stimolare gli investimenti privati scendono in campo i vertici dello Stato cinese: la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme – il primo organo di pianificazione economica del paese- ha annunciato che entro l'anno verrà "ridotto al massimo il numero di investimenti che necessitano di un'approvazione statale". La riforma è già stata approvata dal Consiglio di Stato, il governo centrale di Pechino. La Cina, insomma, sta apertamente incoraggiando l'ingresso di capitali privati in settori chiave come l'energia, i trasporti, le telecomunicazioni e i servizi pubblici. Inoltre -come era stato annunciato a più riprese- una parte delle competenze sulle decisioni in materia di investimenti privati verrà trasferita ai governi locali. La mossa va inquadrata all'interno delle decisioni prese negli ultimi mesi dal governo centrale per fronteggiare la crisi globale. L'economia cinese- fortemente orientata alle esportazioni- ha subito un duro contraccolpo in seguito al calo di ordinazioni provenienti da Stati Uniti ed Europa. Da qui le iniziative di Pechino per sollevare la domanda interna e rendere il paese meno dipendente dal commercio con l'estero, nelle quali questa nuova riforma rientra in pieno. Quanto spazio verrà concesso ai privati in settori tradizionalmente chiusi? Come verrà applicata la decisione? I prossimi mesi potrebbero essere cruciali.