Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 14 lug. - La Cina ha annunciato l'inaugurazione di due nuove piste di atterraggio alle isole Spratly, nel Mare Cinese Meridionale, nella Meiji Reef e nella Zhubi Reef. Due voli di linea, uno Airbus A319 della China Southern Airlines e un Boeing 737 della Hainan Airlines, sono partiti da Haikou, nell'isola-provincia cinese di Hainan e sono atterrati nella giornata di ieri sulle isole dove si trovano le piste di atterraggio costruite dalla Cina. Con le due nuove piste di atterraggio, ora sono tre le piste di atterraggio sulle Spratly, che Pechino chiama Nansha.
Il test di atterraggio, scrive oggi il quotidiano China Daily non sarebbe collegato alla sentenza dell'Aia. "La tempistica era stata fissata in precedenza, indipendentemente dall'arbitrato infondato" e si sarebbe trattato di una "questione puramente interna" alla Cina. Martedì scorso, la Corte Permanente di Arbitrato dell'Aia ha negato i diritti storici rivendicati dalla Cina sul Mare Cinese Meridionale. La Corte ha negato le rivendicazioni cinesi sulle isole e gli atolli del Mare Cinese Meridionale all'interno della cosiddetta "linea a nove trattini", che non ha validità giuridica secondo L'Aia, e all'interno della quale ritrovano le stesse isole Spratly, che ricadono all'interno della zona economica esclusiva delle Filippine.
Il governo di Manila ha oggi chiesto a Pechino di rispettare la sentenza dell'Aia, in quella che è stata la più forte risposta delle Filippine dal pronunciamento dei giudici della Corte Permanente di Arbitrato, e tramite il segretario agli Esteri, Perfecto Yasai, ha dichiarato che porterà il tema all'attenzione del summit dei Paesi Asem (Asia-Europe Meeting) che si apre domani a Ulaanbaatar, e al quale partecipa anche il primo ministro cinese, Li Keqiang. Pechino, già da lunedì scorso, aveva insistito per non inserire nell'agenda del meeting le dispute di sovranità nel Mare Cinese Meridionale, che intende risolvere attraverso negoziati bilaterali con i Paesi coinvolti.
Premier Li, soluzione con negoziati bilaterali
Il primo ministro cinese, Li Keqiang, ha riaffermato oggi i diritti di sovranità della Cina sul Mare Cinese Meridionale. Da Ulaanbaatar, dove si trova in visita per partecipare al summit Asem (Asia-Europe Meeting), Li ha sottolineato la necessità di risolvere le dispute attraverso negoziati bilaterali, "sulla base di fatti storici e in linea con il diritto internazionale e la Dichiarazione di Condotta delle Parti" nel Mare Cinese Meridionale. Le parole del primo ministro cinese arrivano a due giorni dalla sentenza emessa dalla Corte Permanente di Arbitrato dell'Aia, che ha negato i diritti storici e giuridici avanzati dalla Cina nel Mare Cinese Meridionale. Durante un meeting con il primo ministro del Vietnam, Nguyen Xuan Phuc, Li ha poi sottolineato l'importanza dei legami con il Paese del sud-est asiatico per la "salvaguardia congiunta della pace e della stabilità" nel Mare Cinese Meridionale.
Pechino non riconosce valida la sentenza dei giudici dell'Aia sul Mare Cinese Meridionale, e ieri il Ministero degli Esteri aveva ventilato l'ipotesi dell'istituzione di una Adiz, una zona di identificazione aerea di Difesa sullo spazio aereo del Mare Cinese Meridionale, e avvertito i Paesi della regione sul rischio di una guerra. Oggi, il Ministero degli Esteri delle Filippine ha chiesto a Pechino, per la prima volta dalla sentenza, di rispettare il verdetto dei giudici dell'Aia, e ha dichiarato l'intenzione di portare la questione della sovranità nel Mare Cinese Meridionale al vertice Asem di domani e sabato. L'ultima polemica sul Mare Cinese Meridionale, vede la Cina contrapposta all'Australia. Pechino ha oggi presentato protesta formale nei confronti di Canberra, che ha dichiarato di continuare a esercitare il proprio diritto di navigazione e di sorvolo sul Mare Cinese Meridionale, dopo la sentenza dell'Aia
14 LUGLIO 2016
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