Pechino e Teheran tornano al baratto
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Pechino e Teheran tornano al baratto

Pechino e Teheran tornano al baratto

Scambi. L'obiettivo è aggirare le sanzioni
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TOKYO. Dal nostro inviato
Dai rapporti con l'Iran alle rivendicazioni di sovranità in acque contestate e alla vigilanza intorno ai propri confini, la Cina dà sempre nuove dimostrazioni della sua crescente assertività sul piano internazionale. All'indomani delle rivelazioni del Financial Times, secondo cui Pechino sta negoziando con Teheran accordi di baratto per pagare le ingenti forniture di petrolio aggirando le sanzioni americane, si è appreso che l'import di petrolio dall'Iran in giugno è salito ai massimi da 2 anni (con una media di 648.561 barili al giorno), il che porta a un aumento di circa il 50% nei primi sei mesi di quest'anno.
Nel 2010, il commercio bilaterale è ammontato a 29,3 miliardi di dollari, con un incremento di quasi il 40%. Le difficoltà a effettuare pagamenti cash hanno portato il debito cinese verso l'Iran ad almeno 20 miliardi di dollari (fino a 30 secondo altre stime). Di fronte alla crescente insofferenza iraniana per una situazione che crea una carenza di valuta forte e induce svalutazioni del rial, Pechino sembra orientata a formalizzare intese di baratto attraverso cui fornire beni e servizi in deduzione dei suoi debiti.
A differenza dell'India - che ha un problema simile ma non esporta quasi nulla verso Teheran - la Cina ha una presenza variegata nell'economia iraniana, settore energetico compreso. I due Paesi stanno per firmare un contratto per la costruzione di un sistema di trasporto sotterraneo, dopo una analoga intesa per lo sviluppo della rete ferroviaria. Se pure l'anno scorso Pechino non si è opposta all'Onu a un quarto round di sanzioni per la sospensione del programma nucleare iraniano, in generale la Cina sostiene il diritto di chiunque all'energia atomica per usi civili e si oppone a un ulteriore inasprimento delle sanzioni, con la loro estensione al settore energetico. Una eventuale intesa ad ampio raggio di baratto alleggerirebbe le pressioni sul regime iraniano.
Intanto il vertice Asean tenutosi lo scorso weekend a Bali ha allentato le tensioni tra i Paesi che si affacciano sul Mar Cinese meridionale, allarmati dal crescendo delle rivendicazioni della Cina su aree contestate. Ieri è poi trapelato che, per la prima volta da un decennio, due aerei da combattimento cinesi Su-27 hanno sconfinato oltre la linea mediana degli stretti di Taiwan per allontanare un aereo da ricognizione Usa. Nessuna delle due parti ha mostrato di voler dare importanza alla cosa. Neanche Taipei ha enfatizzato l'incidente, sostenendo che non si è trattato di una questione tra Taiwan e la Cina.
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26/07/2011
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