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In effetti, finora, anche il 2010 sta mostrando buoni risultati: da gennaio a giugno, sempre secondo i dati ufficiali, gli investimenti finanziari all'estero hanno raggiunto quota 17.84 miliardi di dollari, registrando un aumento del 43.9% anno su anno, e nel mese di luglio si è assistito all'aumento più considerevole dell'anno per un totale di 8.91 miliardi di dollari. Sul fronte degli investimenti non finanziari, secondo il direttore dell'agenzia di promozione del ministero del Commercio Liu Zhuozhang alla fine del 2010 la Cina avrà raggiunto facilmente i 60 miliardi di dollari in tutto il mondo. Buoni anche i risultati degli investimenti dall'estero verso Pechino: mentre globalmente si assisteva al già citato calo del 40%, secondo i dati UNCTAD il Dragone perdeva un modesto 2.6%, confermandosi la seconda destinazione mondiale dopo gli Stati Uniti. Ma non tutta la situazione induce all'ottimismo: se infatti il ministero del Commercio lamenta un "crescente protezionismo verso gli investimenti cinesi", lo stesso allarme era stato lanciato la scorsa settimana dal presidente della Camera di Commercio dell'Unione europea in Cina Jacques de Boisesson, che aveva definito quella cinese "una delle economie più controllate del mondo, tuttora". Se è vero che l'Ue è ancora il primo partner commerciale della Cina, sono in molti a scommettere che gli investimenti da Pechino verso Bruxelles continueranno ad aumentare: "Prevedo che l'Europa continuerà ad essere una destinazione privilegiata per gli investimenti cinesi dei prossimi mesi - ha detto l'economista Jinny Yan di Standard Chartered Shanghai - anche a causa della crisi del debito che ha colpito l'Eurozona".
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