ADV
Tra i profili cercati ci sono, tra l'altro, cinque general manager (assimilabili a un amministratore delegato). Le aziende interessate dal bando operano in settori che vanno dall'energia nucleare, all'automotive, al tessile. Otto delle compagnie sono nella classifica Fortune 500.
Alcune delle posizioni da ricoprire sono riservate a cittadini cinesi, ma molti posti sono aperti anche a candidati stranieri e quasi sempre è richiesta la padronanza della lingua inglese o francese. Tutti i manager selezionati dovranno «servire la riforma e lo sviluppo delle società di stato», come recita il bando diffuso dal Partito comunista e dalla Commissione di vigilanza sugli asset dello stato, che supervisiona le 126 aziende a controllo pubblico. L'annuncio è apparso sui principali quotidiani in lingua cinese e inglese e sui maggiori portali internet.
Gli investimenti dei gruppi controllati dallo stato sono lievitati negli ultimi tempi, grazie ai 588 miliardi di dollari di incentivi varati dal governo per sostenere la crescita economica durante la crisi globale. Gran parte di queste risorse sono finite appunto ai conglomerati di stato. Non sempre però le risorse spese sono state compensate dai profitti aziendali. Se i gruppi che dominano settori strategici come l'estrazione mineraria o l'energia sono molto redditizi, altre società, che, dopo decenni di riforme economiche si ritrovano a operare in contesto competitivo, sono in difficoltà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
31/08/2010
Condividi
ADV