di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 5 mar. - Il governo cinese aumenterà del 10,1% le spese militari su base annua nel 2015 a 886,9 miliardi di yuan (127,6 miliardi di euro) al tasso minimo di crescita degli ultimi cinque anni. Lo ha annunciato il governo cinese oggi all'apertura della sessione annuale di lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese. Nel 2012 le spese militari erano aumentate del 12,2% su base annua, a 808,23 miliardi di yuan (132miliardi di dollari). Il premier Li Keqiang ha giustificato l'aumento di quest'anno come una misura necessaria per rafforzare l'ammodernamento complessivo della logistica, avanzare la ricerca scientifica e tecnologica nel settore della difesa nazionale e lo sviluppo di nuovi sistemi d'arma ad alta tecnologia. "Dobbiamo mantenere l'obiettivo di rafforzare le Forze Armate sotto le nuove condizioni - ha dichiarato Li Keqiang, oggi - E mantenere il principio fondamentale dell'assoluta leadership del partito sulle Forze Armate". L'obiettivo è quello di "costruire una solida difesa nazionale e un forte esercito è fondamentale per la salvaguardia della sovranità nazionale cinese".
La Cina è impegnata in una serie di rivendicazioni territoriali nel Mare Cinese Meridionale con alcuni Paesi della regione, Vietnam e Filippine su tutti, e con il Giappone nel Mare Cinese Orientale per la disputa sulle isole Senkaku (o Diaoyu, secondo il nome cinese) oggi amministrate dal Giappone, che ha provocato diverse situazioni di tensione tra Pechino e Tokyo negli scorsi anni. La Cina, ha ribadito oggi Li Keqiang, "tutelerà con risolutezza i propri diritti e interessi marittimi" e "si avvicina al traguardo di diventare una potenza marittima". Sulle spese militari cinesi si è espresso nelle scorse ore il segretario del capo di gabinetto giapponese, Yoshihide Suga, che ha espresso le preoccupazioni giapponesi per il budget destinato alla Difesa da Pechino. "Paesi come il Giappone sono molto interessati nell'aumento di trasparenza delle politiche di Difesa cinesi - ha dichiarato Suga - comprese le spese militari e la potenza dell'esercito". Il Giappone ha aumentato le proprie spese per la Difesa del 2,8% quest'anno.
La Cina rivendica la sovranità anche sull'Arunachal Pradesh, regione indiana al confine con il Tibet, dove si è recato in visita nei giorni scorsi il primo ministro di New Delhi, Narendra Modi, provocando lo sdegno delle autorità cinesi che hanno convocato l'ambasciatore indiano a Pechino per protestare formalmente contro il viaggio del primo ministro indiano. Proprio oggi, Modi ha promesso assistenza civile e militare alle isole dell'Oceano Indiano per contrastare l'influenza cinese nella regione. L'annuncio formale verrà fatto durante le visite del primo ministro indiano nelle Maldive, nelle Mauritius nelle Seychelles e in Sri Lanka (il primo viaggio di un primo ministro indiano negli ultimi ventotto anni). L'India ha aumentato dell'11% le proprie spese militari quest'anno a 40 miliardi di dollari, con particolare attenzione ai comparti dell'aeronautica e della marina.
Il dato sulle spese militari cinesi interessa anche Washington, impegnata nel "pivot in Asia" per ricollocare gli Stati Uniti come potenza del Pacifico. Secondo quanto dichiarato ieri dalla portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Marie Harf, gli Stati Uniti chiedono a Pechino maggiore trasparenza nel dato sulle spese militari e di usare le proprie risorse "per il mantenimento della pace della stabilità nella regione dell'Asia-Pacifico". Secondo gli analisti del Pentagono, le spese militari cinesi sono generalmente più alte di circa il 40% di quanto effettivamente dichiarato annualmente dal primo ministro cinese all'apertura dell'Assemblea Nazionale del Popolo.
Neppure l''esercito cinese è immune dalle indagini anti-corruzione in corso all'interno del Partito Comunista Cinese. Lunedì scorso, sono state annunciate indagini nei confronti di 14 alti funzionari dell'Esercito di Liberazione Popolare, tra cui Guo Zhenggang, figlio dell'ex vice presidente della Commissione Militare Centrale, Guo Boxiong, oggi in pensione, ed egli stesso oggetto di indagini, secondo quanto trapelato da alcuni funzionari militari. Lo scorso anno era stato espulso dal Pcc e indagato per corruzione un altro e numero due della Commissione Militare Centrale, Xu Caihou, che ha confessato di avere ricevuto "enormi tangenti" negli anni in cui era i vertici della Forze Armate.
5 marzo 2015
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