Pechino a caccia di partner
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Pechino a caccia di partner

Pechino a caccia di partner

Aeronautica. I vertici del colosso cinese Avic sono a Torino per selezionare fornitori specializzati
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Marco Ferrando
TORINO
«Non siamo qui per competere, ma per collaborare». Ha il tono accomodante dell'uomo d'affari a caccia di partner tecnologici Wu Zizhong, direttore per il commercio estero di Avic, gigante cinese dell'aeronautica da 380mila dipendenti. Da lunedì è a Torino per la sua prima spedizione in Italia: 50 gli appuntamenti in agenda, con altrettante imprese dell'indotto aerospaziale subalpino (e non solo). In agenda ci sono piccole aziende locali, ma anche i big del settore, da Avio ad Alenia aeronautica, di cui lunedì ha visitato le linee di Caselle, dove si assemblano l'Eurofighter e il C27j. Insieme a una delegazione che in totale conta 12 persone, mister Wu ha il compito di individuare partner per i nuovi progetti di sviluppo dell'aeronautica cinese, che nei prossimi vent'anni prevede l'entrata in servizio di 4mila nuovi aerei passeggeri.
Gli ospiti cinesi costituiscono la principale novità della seconda edizione degli Aerospace and defense meetings, evento organizzato a Torino dalla Camera di commercio che ieri e oggi raduna 340 aziende di 22 paesi diversi: accanto alle piccole, ci sono Boeing, Airbus, Finmeccanica, Embraer, Lockheed, gli israeliani di Iai; oltre 6mila, in totale, gli appuntamenti prefissati tra buyer e supplier, in crescita sui 5mila del 2008. Rispetto all'anno scorso le presenze straniere sono aumentate del 15%, ma è sulla Cina che si concentrano i principali interessi: a inizio 2009 Pechino ha annunciato stanziamenti a favore del settore aeronautico per 45 miliardi di euro e ci sono in ballo investimenti per centinaia di miliardi di dollari; musica per le orecchie di un indotto che negli ultimi mesi ha visto diluite nel tempo le maxi-commesse di Boeing e Airbus.
A gennaio prenderà il volo il primo aereo made in China, il bireattore da 70-90 posti Arj21, ma il bello comincerà dopo, quando si cominerà a lavorare sui velivoli da 150-200 posti: «La filiera italiana si trova in una posizione di vantaggio rispetto agli altri paesi europei – assicura Stéphane Castet di Bci aerospace, organizzatore del meeting – perché è abituata a lavorare con Airbus ma anche con Boeing, e non è polarizzata su una sponda sola». E l'indotto conferma: «Durante la visita alla nostra sede – spiega Barbara Goia, business development manager di Microtecnica – ci sono state rivolte domande puntuali su certificazioni, processi produttivi, materie prime. Sono persone che hanno voglia di chiudere in fretta, d'altronde hanno tutto l'interesse ad accreditare i propri prodotti coinvolgendo fornitori dal pedigree consolidato, abituati a operare con i principali gruppi mondiali». Occhi puntati sulla Cina anche per Avio: «Debitamente accompagnata, l'aeronautica cinese può maturare rapidamente dal punto di vista tecnologico», dice Gianni Ongaro della divisione AeroEngine. E le piccole? «Con i tempi che corrono, siamo pronti a fare la fila per entrare nella subfornitura di un grande gruppo cinese», assicura Andrea Romiti della pinerolese Apr; peccato che all'appuntamento fissato per le 17,30 di ieri pomeriggio il suo interlocutore cinese abbia dato forfait: «Capita anche con gli italiani, e certo non mi arrendo», sorride Romiti.
marco.ferrando@ilsole24ore.com
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340
Le aziende presenti
Oggi e domani gli Aerospace meeting mettono a confronto grandi gruppi e piccole aziende di 22 paesi

6mila
Gli appuntamenti
In crescita del 20% rispetto ai 5mila dell'edizione 2008

12
I delegati cinesi
Tra loro c'è Wu Zizhong, direttore commercio estero di Avic

45
Il maxi-stanziamento
In miliardi di euro lo stanziamento deciso dal governo di Pechino a inizio 2009 per l'aeronautica

29/10/2009
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